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Divorzi e separazioni sono sempre più in aumento. Si separano le coppie, ma mai i figli dai genitori.
Ogni padre ha il diritto di vedere e educare la prole; quali sono i suoi diritti nello specifico?
C’è stato un tempo in cui il matrimonio ha rappresentato un’unione sacra e indissolubile. Per secoli e secoli le coppie non hanno avuto il diritto di porre fine al proprio matrimonio, dovendo rimanere intrappolate in rapporti infelici. L’evoluzione il progresso hanno portato la società a cambiare direzione, ammettendo la fine del vincolo matrimoniale.
Ci sono voluti anni ed anni, lotte e battaglie affinché la legge sul divorzio venisse approvata. In Italia, fino a poco più di cinquant’anni fa, non era contemplabile l’idea di separarsi. Già alla fine degli anni 60, però, l’aria iniziò . Le donne, ma anche gli uomini scesero in piazza per rivendicare il diritto al divorzio. Il 1 dicembre 1970, con la legge Fortuna-Baslini il divorzio venne introdotto nell’ordinamento italiano. Ed oggi a più di cinquant’anni di distanza gli italiani possono godere di tale diritto, grazie alle battaglie di coloro che li hanno preceduti.
Oggi il matrimonio rappresenta ancora un’unione sacra e indissolubile, ma non tutte le unioni matrimoniali riescono a reggere al trascorrere del tempo. Giunge un momento in cui si decide di dirsi addio e le cause possono essere molteplici. Tuttavia in presenza di figli è bene mantenere un rapporto civile, qualsiasi possa essere la causa che abbia indotto la separazione.
Si separano i genitori, ma mai i figli dai genitori.
E ciò significa che nessun coniuge debba usare la prole come arma di vendetta nei confronti dell’altro coniuge. Nessuna madre ha il diritto di separare i figli dal padre, e viceversa.
Come affrontare la separazione senza far soffrire i figli.
Pertanto sarebbe consigliabile affrontare la separazione, mantenendo i figli fuori da liti e discussioni. Che si tratti di bambini o di adolescenti, il momento del divorzio è pur sempre un trauma per la prole. Non mancano le ripercussioni sul piano psicologico, che possono avere delle conseguenze anche piuttosto gravi. I genitori, dunque, hanno il dovere di tutelare il benessere psico-fisico dei figli, cercando di non trasmettere loro ansie e tensioni.
A tal proposti va ricordato che ogni padre, pur non vivendo più nella casa coniugale, ha il diritto di vedere con una frequenza costante i propri figli.
I diritti dei padri separati: quando possono vedere i figli?
Nel momento in cui una coppia si separa, bisogna trovare un nuovo equilibrio anche nel rapporto con i figli. Senza dubbio i giudici sono più propensi ad affidare i figli minori alle madri. Risulta piuttosto difficile che i minori vengano affidati al padre, se non in presenza di gravi problemi sociali o psichici della madre. Tuttavia sebbene la legge sia più a “favore” delle donne, ciò non significa che l’ex coniuge non abbia diritti.
Entrambi genitori hanno uguali diritti e dovere nei confronti dei figli, e questo è un dato che persiste anche in caso di divorzio. Venendo meno la coabitazione fra padre- figli, gli uomini hanno la possibilità di far visita alla prole. L’affido fra i due genitori è condiviso, anche se i minori vivono con la madre, venendo definita “genitore collocatorio”. Il genitore non collocatorio può vedere i bambini uno o due pomeriggi a settimana, e trascorrere con loro un intero fine settimana a settimane alterne. Ai padri separati non deve essere negata la possibilità di trascorrere vacanze estive o soggiorni con i figli.
E se la madre ostacola il rapporto padre-figli?
Sarebbe auspicabile che una separazione possa procedere in un clima disteso e sano, tuttavia non sempre è così. In un contesto non certo favorevole, può succedere che l’ex coniuge ostacoli il rapporto padre-figlio, impedendo che i minori vedano il papà, adducendo scuse come motivi di salute o impegni. Qualora si trattasse di casi isolati si può anche concedere il beneficio del dubbio alla donna, e dunque soprassedere. Tuttavia se non si dovesse trattare di un diniego sporadico, ma di un comportamento reiterato, sarebbe opportuno rivolgersi ad un avvocato.
Va ricordato che, secondo la Corte di Cassazione, la madre che nega continuamente all’ex coniuge di vedere i figli commette il reato di sottrazione dei minori, rischiando da uno a tre anni di reclusione.
E se i figli non vogliono vedere i padri?
Non mancano casi in cui il diniego provenga dai figli stessi. Può capitare che i bambini o ragazzi non vogliano vedere il papà. In questo caso vanno indagate le motivazione che si possono celare dietro a tale rifiuto. I minori, infatti, potrebbero aver subito delle esperienze traumatiche che li abbiamo spinti a guardare con diffidenza la figura paterna. Non mancano casi, però, in cui i bambini o ragazzini possano essere influenzati negativamente dalla madre, la quale continua a parlare male dell’ex consorte.
In questo caso si parla di Sindrome da alienazione parenterale, una particolare condizione in cui il genitore collocatorio esercita un potere denigratorio, raccontando bugie ai figli riguardo la figura paterna. La prole si trova a vivere in uno stato di confusione, finendo per credere a quanto raccontatogli dalla madre. Il genitore responsabile di tale azione è passibile di denuncia, e può subire importati conseguenze, come sanzioni e ammonimenti.
La figura paterna è importante tanto quanto quella materna; un padre non sarà mai meno rilevante di una madre, anche se non vive più sotto lo stesso tetto dei propri figli.
Pertanto non vi è divorzio che possa allontanare un uomo dai propri bambini. Gli italiani hanno lottato per ottenere il divorzio come diritto, non come mezzo di vendetta nella quale i figli possano diventare delle pedine. E questo va ricordato, sempre.