Guglielmo Marconi e Villa Griffone
Villa Griffone-Sasso Marconi-ph.LF
Se avete l’occasione di transitare lungo l’autostrada A1 uscite a Sasso Marconi Nord e avrete la possibilità di visitare un edificio unico: Villa Griffone.
Una bella villa arrampicata su di un colle ventoso, circondata da pini, lecci e altri alberi fronzuti, immersa nel verde delle colline emiliane, ornata da fiori e prati verdi, oltre che da statue e opere scultoree.
Perché visitare Villa Griffone? A chi apparteneva?
Era la residenza di campagna, se si può dire, della famiglia di Guglielmo Marconi. Si avete capito bene. L’eccellenza italiana nel campo delle invenzioni e delle telecomunicazioni che iniziò qui i suoi esperimenti, poco più che ventenne, proprio in questo bellissimo luogo.
Oggi l’edificio ospita anche un mausoleo di famiglia, inaugurato negli anni trenta, e vi troviamo anche la Fondazione omonima.
Su appuntamento è possibile visitare il museo, il giardino e anche partecipare a laboratori e visite guidate.
All’interno si trovano fra le altre cose la ricostruzione di una stazione radio navale, le prime realizzazioni wireless belliche e le prime produzioni della Compagnia Marconi.
È disponibile una sala proiezioni, e nella Stanza dei bachi, stanza nella quale il giovane Marconi fece i suoi primi esperimenti, si apre la porta su di un vero e proprio museo, con sezione multimediale e telefonia mobile e tanti documenti sulla formazione di Marconi e sul lavoro della sua Compagnia fondata nel 1897, la “Marconìs Wireless Telegraph Company”, che fabbricava gli apparecchi trasmittenti e riceventi e istruiva i tecnici per l’istallazione delle stazioni radiotelegrafiche, sempre più numerose sia a terra che sulle navi.
Per finire la visita si è accompagnati verso l’uscita da una accogliente sala con shop.
Nel giardino che circonda Villa Griffone, invece, oltre alla statua gigantesca che ritrae Marconi dell’artista Antonio Berti, possiamo ammirare un pezzo della chiglia della nave Elettra.
Elettra era una nave di ricerca, un laboratorio galleggiante, uno splendido panfilo bianco che era noto in tutto il mondo. E che merita si narri brevemente la sua storia.
Lo yacht venne ordinato dall’Arciduca d’Austria Carlo Stefano al Cantiere Ramage & Ferguson Ldt. di Leith in Scozia ed il progetto fu affidato agli ingegneri Cox e King di Londra, che disegnarono uno scafo dalle linee snelle, con la prua slanciata in avanti e con bompresso e poppa stretta e rotonda; in coperta una lunga tuga centrale in mogano e teak, sormontata da un fumaiolo leggermente inclinato verso poppa e due alberi.
Elettra fu varata il 27 marzo 1904 col nome di ROVENSKA, a ricordo della località dove l’arciduca aveva una lussuosa villa saltuariamente soggiornava. Fece parte della Marina da guerra fino al 1909. Alla fine della Prima guerra mondiale fu messa in disarmo a Southampton e Guglielmo Marconi nel 1919 lo acquistò all’asta per circa ventunomila sterline. La nave fu risistemata e riclassificata e sotto bandiera inglese salpò da Londra nel luglio 1919 e giunse a Napoli in agosto. Lo yacht fu poi portato alla Spezia per essere trasformato in nave-laboratorio: a bordo vennero sistemate trasmittenti e riceventi, nonché alzati gli alberi per le antenne.
Marconi voleva avere a disposizione un mezzo che gli consentisse di effettuare ricerche ed esperimenti: era nata l’ELETTRA, una stazione mobile, su cui poteva lavorare ad ogni ora del giorno senza essere disturbato, in totale concentrazione, con notevole facilità di spostamento e risolvendo così problemi di portata e di effetti direzionali.
L’arredamento di bordo era adatto anche alle esigenze di lunghi soggiorni e poteva ospitare illustri studiosi e personalità; tra questi ricordiamo re Vittorio Emanuele III, re Giorgio V d’Inghilterra ed i Sovrani di Spagna. Oltre all’armatore, la nave era in grado di ospitare: sei viaggiatori, sei ufficiali, sei sottufficiali e diciotto marinai.
Il 27 ottobre 1921, con l’ufficiale iscrizione al compartimento marittimo di Genova cambiò il nome in Elettra. Nel 1922 l’ELETTRA svolse una serie di esperimenti nel Nord America e nel 1923 lungo la costa occidentale dell’Atlantico che riguardavano le ricezioni a distanze sempre maggiori della nuova stazione su onde corte a fascio di Poldhu (Cornovaglia). Marconi dimostrò così che un segnale poteva essere captato ad oltre 4000 chilometri con trasmissione a potenza ridotta: onde di 92 metri con potenza di 6 Kw.
Nel gennaio del 1930 vennero imbarcati apparecchi all’avanguardia nella radiofonia a grandi distanze ed il 26 marzo successivo avvenne il “miracolo”: dall’Elettra, ancorata a Genova, presso lo Yacht club italiano, per mezzo del piccolo tasto, conservato oggi al Museo del mare di Trieste, Guglielmo Marconi inviava nell’etere gli impulsi che, dopo 14.000 miglia, giungevano in Australia per accendere le lampade del Municipio di Sidney.
Uno degli ultimi esperimenti a bordo dell’ELETTRA risale al luglio del 1937 quando avvenne la messa a punto del radiofaro a micro-onde, poi Marconi, in precarie condizioni di salute, temendo per la sua conservazione cedette la nave-laboratorio per 820.000 lire al Ministero delle poste e telecomunicazioni. La Società Marconi italiana donò poi allo Stato, al primo anniversario della scomparsa del grande inventore, gli impianti di R.T. che erano a bordo del panfilo.
Il “Times” di Londra definì Guglielmo Marconi, che ricevette quindici lauree ad honorem e fu nominato senatore e Presidente del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Accademia d’Italia, e che fu Nobel per la fisica, “l’uomo più significativo della nostra epoca” e l’ELETTRA è stata sempre per tutti il simbolo del progresso sul mare.
Tutto questo a Villa Griffone. Solo su prenotazione.
Via Celestini 1 Sasso Marconi (Bologna) Italy
tel.+39 051 846121