Il vero lusso ”contemporaneo”? il tempo…
Secondo il vocabolario il termine ”lusso” è quanto rappresenta motivo di vistosa esorbitanza, temporanea o permanente, dall’ambito delle normali comodità o soddisfazioni. Un significato legato all’ostentazione di ricchezza e prestigio, di acquisto e tangibilità.
Nell’era di una società dominata dall’iper connessione e dall’uso della tecnologia il ‘lusso’ ha acquisito un valore differente riferendosi a molti aspetti e ambiti e, subendo una vera e propria trasformazione.
Il lusso è oggi sempre di più legato al tempo, da dedicare a sé stessi, per gli altri, per costruire relazioni e vivere esperienze ed emozioni che lasceranno una traccia indelebile.
Dedicarsi dei momenti di piacere che rendono la vita un dono prezioso, da assaporare senza fretta, avere tempo per sé stessi è, probabilmente la forma di lusso contemporaneo più elevata che ci si possa concedere.
Un concetto che passa attraverso gli altri elementi: la dedizione, il tempo investito in un’impresa, un progetto, un oggetto, un obiettivo che lo possa rendere speciale per noi e unico.
Il lusso non sono solo automobili, capi di vestiario, gioielli. Il lusso è fare ciò che si vuole quando si vuole e dove si vuole.
Tempo che, a seguito della quarantena forzata, è stato rivalutato dopo le lunghe ore vuote in contrapposizione alla frenetica quotidianità scandita dai mille impegni, lo stress, il traffico, le incomprensioni. Elementi che, sospesi per una parte di tempo, hanno rimesso in dubbio i valori e il concetto stesso del lusso.
Un concetto che sta mutando anche il settore lavorativo: occupazioni sempre più smart working, human responsive che forniscono libertà di spostamento, di organizzazione tra vita privata e professionale e che forniscono il giusto equilibrio nella vita.
Nel libro ”Il lusso secondo me” edito dal Sole 24 Ore, 60 personaggi di spicco hanno spiegato il proprio concetto di lusso. Personaggi del mondo accademico, dello spettacolo, ma anche filosofi, sociologi e scienziati che provano a definire per cosa vale davvero la pena spendere le proprie risorse.
Per il Direttore d’Orchestra Riccardo Muti il lusso è «Il tempo di ascoltare. Di fronte all’orchestra, riesco a seguire 120 persone che suonano insieme cercandosi, avvolgendosi l’un l’altra, pur mantenendo la loro identità. Le posso seguire tutte contemporaneamente e le avverto tutte diverse. C’è un lusso meraviglioso che regala la musica: l’intensità nella delicatezza, quel saper suonare piano e intenso, a cui invitava Toscanini. È anche un modo di vivere. Sentire la semplice, abissale differenza che passa fra urlare “ti amo” o sussurrarlo».
Per lo scrittore Raffaele La Capria «Il lusso, in genere, s’identifica col superfluo: abbiamo l’indispensabile e desideriamo di più. Non è semplice espressione di ricchezza, richiede gusto estetico, altrimenti è solo la volgare dispendiosità della vita di un cafone. C’è invece un certo tipo di arte minore, che nasce dal piacere di circondarsi di cose belle. Anche la letteratura fa parte di questo di più dell’anima che va oltre il necessario e il tangibile. Per me però il lusso è quando la bellezza e la natura si incontrano. Tutta la mia scrittura nasce da lì. La mia prima lezione di estetica è stata il mare».
Per Giovanni Soldini, velista con decine di regate transoceaniche alle spalle «Conoscere, scoprire, andare lontano, essere completamente autonomo, con la mia barca: questo è il lusso».
Per il premio Nobel della medicina John Gurdon il lusso è «guardare avanti, è l’ottimismo di nuove frontiere scientifiche da esplorare» è «conservare la curiosità per ciò che ancora non sappiamo».
Francesco Piccolo, scrittore: «Il lusso è andare a due velocità. Con una mano collezionare attimi, con l’altra progettare senza fine».
Il concetto del lusso è cambiato: lusso e tempo sono diventati così sinonimi.