Lucio Battisti: 25° anniversario dalla morte
A venticinque anni dalla morte ricordiamo la carriera di uno dei maestri della musica italiana.
Scomparso 25 anni fa, il 9 settembre 1998, Lucio Battisti è e rimarrà sempre uno dei più grandi artisti italiani di sempre.
Nonostante i suoi limiti nel canto (voce non impostata e acuta, nessun vibrato e tecnica imperfetta), di cui lui stesso era cosciente, riuscì nel corso della sua intera carriera ad ottenere l’apprezzamento di colleghi, pubblico e giornalisti, imponendosi soprattutto come autore e segnando la cultura ed il costume italiano.
Ripercorriamo ora insieme gli oltre 30 anni della sua immensa carriera.
Gli esordi
Nato a Poggio Bustone (Rieti) il 5 marzo 1943, sin da piccolo Lucio Battisti dimostrò interesse per lo studio della chitarra, a cui iniziò a dedicarsi intensamente a 18 anni entrando a far parte del gruppo musicale Gli Stivati.
Nel ’62 cominciò a suonare con I Mattatori a Napoli, ma la carenza di soldi lo portò alla decisione di ritornare a Roma. Qui fece parte de I Satiri, i quali spesso si esibivano presso il Cabala, un noto locale romano in cui suonavano anche i Campioni. Questi, dopo l’abbandono di Bruno De Filippi, erano alla ricerca di un chitarrista e così, in seguito al rifiuto di Alberto Radius, il leader Roby Matano propose il ruolo a Battisti. Traferitosi quindi a Milano, centro dell’attività musicale del gruppo, Battisti iniziò a gravitare intorno al club Santa Tecla. Fu, inoltre, proprio Matano a spronare Battisti ad iniziare a scrivere canzoni. I due iniziarono così a collaborare alla stesura di brani, molti dei quali rimasero sconosciuti ed altri invece la cui melodia venne riproposta da Battisti su altri testi, come ad esempio Mi ritorni in mente di Mogol.
Nel 1965, Battisti ottenne un colloquio con Franco Crepax. Curante l’appuntamento venne notato da Christine Leroux, editrice musicale e ricercatrice di talenti per la casa discografica Ricordi, che gli propose un incontro con Mogol. Dopo alcuni dubbi iniziali, Mogol rimase profondamente colpito da Battisti tanto da avviare con lui una collaborazione nella stesura di diversi brani affidati ad altri interpreti. La collaborazione proseguì sino all’anno successivo, quando Mogol convinse sia Battisti che la casa discografica a far sì che fosse lo stesso Battiti ad interpretare le sue canzoni. Iniziò allora la carriera da solista di Battisti, inaugurata dal brano Adesso sì. Seguì, lo stesso anno, la produzione del 45 giri Dolce di giorni/Per una lira, brani portati al successo dai Dik Dik e dai Ribelli.
(Photo by: Wikipedia)
Nel 1967 insieme a Mogol compose 29 settembre, interpretato dall’Equipe 84 fu il primo vero brano di successo di Battisti per la sua innovatività soprattutto rispetto agli effetti sonori utilizzati. Nello stesso anno, sempre gli Equipe 84 portarono al successo un altro brano di Battisti, Nel cuore, nell’anima; mentre Riki Maiocchi interpretò Uno in più, il manifesto della cosiddetta Linea Verde con cui mogol voleva innovare il panorama musicale italiano. Da solista, nel ’67, pubblicò il suo secondo singolo Luisa Rossi/Era, che non ottenne però grande successo.
Nel 1968 partecipò a Bandiera Gialla, programma radiofonico condotto da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, con il brano Il Vento. Successivamente pubblicò Prigioniero del mondo, Bella Linda (brano con cui entrò per la prima volta nella Hit Parade con un brano da lui interpretato), e un 45 giri composto da La mia canzone per Maria e Io vivrò (senza te).
1969-1994: il successo di Battisti La sua carriera fu consacrata dalla partecipazione alla 19° edizione del Festival di Sanremo (1969), dove si presentò per la prima e ultima volta nella sua carriera, con Un’avventura. Nonostante la partecipazione alla gara canora più importante del nostro Paese incrementò la sua popolarità, numerose furono le critiche circa la sua esibizione.
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Il mese successivo, il 4 marzo, pubblicò il suo primo album contenente una raccolta di brani già pubblicati e sei brani editi da altri artisti e reinterpretati da lui. E il 28 marzo pubblicò Acqua azzurra, acqua chiara e Dieci ragazze. In particolare Acqua azzurra, acqua chiara divenne un tormentone estivo e lo portò alla vittoria del Festivalbar di quell’anno. Quell’estate realizzò il suo primo tour in 21 serate e fondò la casa discografica Numero 1 insieme a Mogol, Mariano Rapetti e Alessandro Colombini. Il 14 ottobre pubblicò il suo settimo singolo, Mi ritorni in mente/7 e 40, l’11° singolo più ascoltato del 1969 che raggiunse il primo posto della Hit Parade.
Dal ’69 e per tutti gli anni ’70 Battisti raggiunse il massimo della sua popolarità riuscendo, con i suoi album, a rimanere tra i primi posti della classifica dei brani più ascoltati. Addirittura nel 1973 riesce a raggiungere il 1° e 2° posto della classifica con Il mio canto libero e Il nostro caro angelo, superando i grandi successi internazionali.
Nel settembre 1970 si aggiudica per la seconda volta la vittoria al Festivalbar con Fiori rosa fiori di pesco. Due settimane dopo esce il singolo Emozioni/Anna. A dicembre, dopo alcune divergenze con la casa editrice riguardo alla pubblicazione di pubblicazione considerato troppo sperimentale, venne pubblicata la raccolta Emozioni, contenente tutti brani già editi. Questa ottenne un gran successo classificandosi come il 4° album più venduto in Italia nel 1971.
Nell’aprile 1971 pubblicò Pensieri e parole/Insieme a te sto bene, 45 giri considerato “regina delle Hit Parade”. Nel mese di luglio la Ricordi pubblicò l’album “scartato” l’anno precedentemente, Amore e non amore, il quale si classificò la 10° posto dei dischi più venduti. A settembre poté passare alla Numero Uno, data la fine del contratto con la Ricordi, e a novembre pubblicò con la nuova casa discografica Anche per te e La canzone del sole. Nel frattempo però la Ricordi, navigando sulla scia del successo di Battisti, pubblicò alcuni brani inediti del cantautore, tra cui le tre verità/Supermarket e Elena no/Una.
Il 24 aprile successivo pubblicò il primo album con la nuova etichetta Umanamente uomo: Il sogno, l’album più venduto del 1972, e il singolo i giardini di marzo/Comunque bella. A novembre uscì il secondo album con la Numero Uno, Il mio canto libero, in contemporanea a Io vorrei…. non vorrei…. ma se vuoi/Confusione. L’album fu il più venduto del 1973, seguito al 2° posto da Il nostro caro angelo (pubblicato da battisti nel settembre 1973).
Sul finire del ’73 la notorietà di Battisti si espande anche all’estero, tanto che David Bowie e Mick Ronson realizzarono una cover di uno degli ultimi successi di Battisti, Io vorrei…. non vorrei…. ma se vuoi.
Nella primavera del ’74 Battisti si avvicinò ad una realtà culturale e musicale grazie ad un viaggio in Sudamerica con Mogol, il quale ispirò i due nella realizzazione dell’album Anima latina, il più ambizioso e complesso mai realizzato dai due. Nel ’75 visitò invece gli Stati Uniti, soggiorno dal quale nacque Ancora tu, brano intitolato inizialmente San Diego Freeway e durante il quale gli viene proposta la realizzazione di un album in lingua inglese. Battisti in un primo momento rifiutò l’offerta della RCA, per poi accettarla l’anno successivo (subito dopo aver prodotto l’album Lucio Battisti, la batteria, il contrabasso, eccetera e la sua versione spagnola per il mercato iberico e sudamericano). L’album, dal titolo Images, ebbe però uno scarso successo sia in America che in Italia, dove venne pubblicato nel settembre 1976.
Nell’autunno 1977 lavora a due album, uno in italiano e uno in inglese. Solo quello italiano, Una donna per amico, verrà pubblicando riscontrando un gran successo e classificandosi al 4° posto degli album più venduti del 1978.
Un nuovo album venne pubblicato nel febbraio 1980, Una giornata uggiosa, il quale sancì la fine della collaborazione con Mogol (avvenuta a causa di alcune divergenze di opinione).
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Dopo la fine della collaborazione con Mogol, collaborò tra il 1982 e il 1983 con Adriano Pappalardo nella realizzazione degli album Immersione e Oh! Era ora e dal 1986 al 1994 con Pasquale Panella con Don Giovanni (1986), L’apparenza (1988), La sposa occidentale (1990), Cosa succederà alla ragazza (1992) e Hegel (1994). Hegel fu anche il suo ultimo album, date le difficoltà a trovare accordi con le case discografiche per la pubblicazione di uno nuovo.
Tra il 29 e il 30 agosto 1998 circolarono la notizia del ricovero di Battisti in una clinica milanese, dove morirà il 9 agosto all’età di 55 anni lasciandoci in eredità le sue canzoni immortali che rimarranno sempre pilastri della canzone italiana.