Fernando Botero, simbolo della cultura sudamericana
Oggi parleremo di un artista colombiano che cambiò la visione estetica dell’essere umano: Fernando Botero.
Fernando Botero nasce nel 1932 a Medellin, Colombia; già all’età di 16 anni disegna illustrazioni per “El Colombiano”, il giornale più importante della sua città ed espone per la prima volta.
Alla sola età di 20 anni vince il secondo premio al IX Salone degli artisti colombiani, organizzato a Bogotà .
Con i soldi del premio organizza un viaggio in Europa, per entrare in contatto con l’arte del continente, ebbe la possibilità di vedere Goya, Tiziano, Giotto, Mantegna e la Scuola Senese. Rimase particolarmente affascinato al Rinascimento.
Nel 1955 torna in patria e si sposa, cominciando anche a esporre sue opere, ricevendo parecchie critiche perchè la critica artistica colombiana era molto influenzata dalle avanguardie francesi.
Secondo Botero il dipingere è un bisogno interiore mirato a raggiungere il quadro ideale, che sarà sempre inappagato.
Nella sua tecnica i colori sono molto tenui, senza contorni, con assenza di ombreggiature.
Una delle caratteristiche della sua pittura è l’elevata dilatazione dei personaggi, detti comunemente GRASSI.
Oltre alla presentazione monumentale dei personaggi, molto importante è anche l’ambiente circostante, sempre dettagliato e verosimile.
L’artista si sente distaccato dai personaggi e questo distacco lo si nota nella freddezza degli sguardi, persi nel vuoto, senza battiti.
Importante è anche la sacralità delle figure, spesso ha riprodotto immagini sacre, come vediamo sopra la Via Crucis, ma anche in lontananza, nei suoi paesaggi si possono intravedere cattedrali, campanili e cupole.
Affronta anche problemi sociali come la violenza, ritraendo scene colombiane degli anni quaranta e della sua infanzia, rese giganti come può essere la prospettiva di un bambino.
Aggiornamento della redazione del 15 settembre 2023; Fernando Botero è morto oggi all’età di 91 anni.