Castel di Mura, uno scavo archeologico da visitare: a colloquio con l’Archeologo Giulio Tarantino
Castel di Mura-Scavo-l'archeologo Giulio Tarantino-credits LF
Una ghiotta occasione poter visitare un sito medievale così importante: il valore aggiunto è che per visitarlo si deve necessariamente immergersi nella foresta del nostro bellissimo Appennino Toscano.
In particolar modo lo scavo archeologico di Castel di Mura si trova su di un colle tra le montagne nella vallata della Lima nella Montagna Pistoiese.
Per chi non riuscisse a visitarlo in questo mese di agosto, si può prendere comunque contatto con l’associazione Valle Lune e prontare una visita.
Per arrivare il percorso consigliato è dal comune di San Marcello Piteglio, con deviazione per Spignana, poi proseguendo per Lancisa e passate le ultime case del borgo si parcheggia lungo la strada; un totem indica il sentiero da prendere. Molto accurate le indicazioni lungo un percorso facile, pulito, di circa quindici minuti. Una vera occasione per respirare ossigeno, ascoltare il bosco, ammirare scenari naturali mozzafiato.
Per spiegare meglio cosa troviamo nel sito di Castel di Mura abbiamo intervistato l’archeologo che era presente alla giornata, il dott. Giulio Tarantino.
Come nasce l’idea di questo scavo?
È nato dall’interesse di alcuni appassionati soprattutto degli associati dell’Associazione Culturale Valle lune che negli anni si erano interessati a questo sito e in accordo con la Soprintendenza decisero di aprire delle prime indagini per capire il potenziale archeologico di questa area.
Lo scavo di Castel di Mura è in concessione ministeriale e che il titolare della concessione è il comune di San Marcello Piteglio.
Lo scavo fa parte di un progetto di ricerca, “I Paesaggi della Montagna Pistoiese”.
L’inizio dello scavo di Castel di Mura si deve all’impegno di molti: l’Associazione Valle Lune; i sindaci di San Marcello Pistoiese, inizialmente Silvia Cormio e in seguito Luca Marmo; l’assessora alla Cultura del comune di San Marcello Piteglio, Alice Sobrero; il gruppo di studio già impegnato sulla Montagna pistoiese che dicevamo e la Soprintendenza archeologica che ha valutato positivamente il nostro progetto di ricerca.
Le prime operazioni di salvaguardia del sito sono iniziate a partire dal 2013 grazie a un finanziamento del CESVOT e al coinvolgimento della Soprintendenza archeologica che con i suoi funzionari ha sempre supervisionato i lavori fin dalle prime attività di pulizia dalla vegetazione infestante. La prima concessione di scavo è stata ottenuta invece nel 2017.
Nel corso degli anni sono state fatte opere di ripuliture delle indagini operative con georadar che hanno permesso di mettere in evidenza quello che gli scavi stanno mettendo fuori ovvero quello che la presenza di una fortezza strutturata, militare, ma non solo, nel cuore dell’appennino pistoiese.
Cosa deve aspettarsi un visitatore che viene a Castel di Mura?
Il visitatore che viene al Castello trova innanzitutto tutto una serie di evidenze legate alle opere difensive di questa collina che si trova la strada Romea Nantolana e la viabilità della Val di Lima. È una fortezza composta principalmente da diverse cerchie murarie e una torre che troviamo nella sua fondazione e nel suo abbattimento.
È il quarantesimo scavo archeologico nazionale, per importanza, vero?
Ci sono diversi siti a livello nazionale che sono concessi dal Ministero dei Beni culturali, circa 1500, e noi si può dire che siamo in una buona posizione. La concessione di scavo di Castel di Mura è l’unica per l’area pistoiese e una delle poche nel territorio affidato alla Soprintendenza ABAP Firenze, Prato, Pistoia.
Chi lavora qui al sito, oltre a un discreto numero di volontari?
I lavori sono gestiti e finanziati dal Comune di San Marcello Piteglio, con il controllo del Ministero dei Beni culturali attraverso la Soprintendenza archeologica; l’associazione Valle Lune rende possibili i lavori sul campo e le visite al sito grazie al generoso impegno dei suoi volontari; lo scavo è affidato a un team di archeologi: Cristina Taddei, Giulio Tarantino, Eva Natali; la direzione scientifica è affidata al prof. Juan Antonio Quirós Castillo, Università dei Paesi Baschi e alla dottoressa Cristina Taddei
Quali sono le giornate di apertura in questa calda estate?
In accordo con la Soprintendenza vengono decise delle date per le visite, perché ricordiamo che il sito è un cantiere attivo e quindi ci sono tutte le regole dei cantieri edili e archeologici. Le date sono state stabilite nei sabati e nelle domeniche di agosto in orario 9-12 e nei gg di Ferragosto invece tutto il giorno. Per chi non può venire nel fine settimana può contattarci e concordare una visita guidata, che sottolineiamo è gratuita.
Gli scavi riprenderanno a settembre, se non sbaglio?
Si, gli scavi riprenderanno a settembre, ci sono diverse aree che devono essere finite di indagare e sono le aree intorno alla torre principale, il mastio, e alcune aree abitative che sono già state indagate negli scavi di giugno e luglio.