Carloforte: alla scoperta di storia, tradizioni e lingua dell’isola di san Pietro
L’isola di San Pietro, situata a sud ovest della Sardegna e il cui centro abitato, Carloforte, conta attualmente poco più di 5900 abitanti, può essere considerata una perla rara nel Mediterraneo.
I colori, i sapori e l’atmosfera che si respira appena scesi dal traghetto fanno sì che l’isola, famosa per le sue spiagge cristalline, ospiti ogni anno migliaia di turisti attirati dalla sua storia, dalle sue tradizioni e costumi, dal suo singolare dialetto che la distinguono in tutto e per tutto dal territorio circostante in cui è ubicata.
Storia L’isola di San Pietro fu frequentata già nel periodo nuragici, come testimonia la presenza sull’isola di ben 4 nuraghi. Intorno al VIII secolo a.C arrivarono, invece, sull’isola i Fenici, i quali vi costruirono un insediamento stabile, e successivamente i Punici, la cui necropoli fu fondata a nord dell’attuale centro abitato.
A colonizzarla definitivamente fu però un gruppo di genovesi arrivati nel 1738 da Tabarka. Questi erano pescatori provenienti da Pegli, trasferitisi intorno al 1542 sulle coste tunisine (da qui il nome di tabarchini) alla ricerca di corallo. Agli inizi del XVIII secolo però la quantità di corallo diminuì drasticamente e aumentarono le incomprensioni politico-commerciali con i rais che governavano il Nord Africa. Per questo motivo nel 1738 alcuni tabarchini chiesero al re Carlo Emanuele III di Savoia una terra dove poter continuare i loro commerci con il resto del Mediterraneo. Il re allora concesse loro una piccola isola a sud della Sardegna, l’Isola degli Sparvieri, dove eretto il paese di Carloforte, in onore del re (al quale per dimostrarli fedeltà e gratitudine fu dedicata una statua nella piazza principale).
I primi anni sull’isola furono tutt’altro che semplici, poiché la presenza di aree insalubri, successivamente bonificate e riqualificate a saline, provocò delle epidemie che dimezzarono la popolazione. Nel 1798 l’isola di San Pietro fu inoltre scenario di un’incursione barbaresca durante la quale 900 abitanti furono catturati e fatti schiavi a Tunisi. Qui rimasero per cinque anni, sino al 1803, quando il re pagò il riscatto. A testimonianza dell’incursione e per difesa dalle altre persecuzioni piratesche ancora presenti nel Mediterraneo vennero erette le mura di cinta e torri di avvistamento.
Nel 1793 l’isola fu anche invasa dai francesi. In questa occasione una parte della popolazione inneggiò i principi di libertà, fratellanza e uguaglianza, altri invece erano avversi alla rivoluzione. Questi erano per lo più sostenitori del re Carlo Emanuele, i quali, in modo tale da far credere ai rivoluzionari di essere dalla loro parte ed evitare ulteriori disordini, decisero di nascondere la statua del re seppellendola in una buca almeno sino all’allontanamento dei francesi. Oggi la statua è ritornata al suo posto perfettamente intatta, tranne che per il braccio destro mozzato (la buca non poteva essere troppo profonda o si sarebbe rischiato di non poter più sollevare la statua, per questo il braccio venne amputato).
Negli anni ’60 del XIX secolo l’isola divenne uno dei più importanti centro minerario del Sulcis data la presenza di un porto abbastanza grande per poter far attraccare i battelli mercantili. L’estrazione continuò per un centinaio di anni, sino agli anni ’70 del secolo scorso.
Lingua Sull’isola di san Pietro la lingua parlata è il tabarchino, lingua derivante dal genovese e che rende l’isola di San Pietro, forse, l’ultimo territorio a conservare i tratti della sua lingua d’origine, il Genoise d’Otre Mer, lingua parlata nella repubblica Genovese.
Per effetto però dell’obbligo nelle scuole a parlare italiano, della proibizione all’uso del dialetto tra la fine dell‘800 e l’inizio dell’900, e per via della presenza di parte della popolazione sull’isola di Tabarka, molti termini sono diventati desueti.
Il dialetto è parlato correntemente da circa l’80% della popolazione.
Monumenti Per importanza storica, tra i monumenti più importanti dell’isola di San Pietro vi sono:
- Chiesa dei Novelli Innocenti: situata nel sud del centro abitato, la chiesetta fu eretta, per volere del papa Gregorio IX, in memoria dei giovani e bambini della cosiddetta “Crociata dei fanciulli” morti nel naufragio di sette navi salpate da Marsiglia nel 1212.
- Chiesa della Madonna dello Schiavo: durante il periodo di prigionia a Tunisi (1798 – 1803) uno dei carlofortini catturati, Nicola Moretto, trovò sulla spiaggia di Nabeul una statua in legno raffigurante quella che sembra essere una Madonna (probabilmente la polena di una nave, portata sulla spiaggia dal mare). Il ritrovamento, considerato miracoloso, diede conforto ai tabarchini, tanto che questi iniziarono a venerarla e pregarla di farli ritornare in patria. Quando furono liberati gli schiavi decisero di portare con loro la Madonna e una volta giunti sull’isola costruirono una chiesa per accoglierla. La Madonna dello schiavo è anche una dei patroni dell’isola, celebrata il 15 novembre (giorno del suo ritrovamento nel 1800).
- Monumento a Carlo Emanuele III: il monumento intitolato a Carlo Emanuele III di Savoia è situato nella piazza omonima sul lungomare. Il monumento, ad opera dello scultore Bernardo Mantero, fu inaugurato il 16 luglio 1786 con il posizionamento della statua centrale, mentre le statue laterali furono erette nel 1788 in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione di Carloforte.
- Monumento ai caduti: inaugurato nel 1932 il Monumento ai Caduti fu fortemente voluto voluta dalla comunità per onorare i soldati carlofortini caduti nella Grande Guerra. Nel 1960 il monumento fu spostato al centro della piazza Pegli, dove si trova tutt’oggi, e ai nomi dei caduti della Prima Guerra vennero aggiunti quelli della Seconda. Nel 2009 venne aggiunta, sulla sommità, la Vittoria alata che guarda alle saline. Ogni anno, nel corso della festa delle Forze Armate, le autorità commemorano i caduti di tutte le guerre.
- Mura di cinta: le mura furono erette a seguito delle incursioni barbaresche. Una parte di esse è ancora esistente nel quartiere alto del paese (il cosiddetto “Castello”), dove è presente ancora anche la “Porta del Leone”, così chiamata per la testa di leone inserita nelle mura.
Eventi
- San Pietro: il patrono dell’isola, nonché protettore dei corallari e dei tonnarotti, viene “festeggiato” ogni 29 giugno con una suggestiva processione a mare e uno spettacolo pirotecnico a tempo di musica.
- Sagra del Cus Cus: manifestazione gastronomica, incentrato su uno dei piatti tipici dell’isola di origini tunisine, che si svolge a Carloforte nel mese di ottobre.
- Girotonno: manifestazione culturale e gastronomica che si svolge nel periodo della mattanza dei tonni, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Oltre all’annuale gara di cucina internazionale, ogni anno diversi cantanti e artisti italiani si esibiscono sul lungomare.
- Crêuza de mä – Musica per film: manifestazione riguardante le musiche presenti nei film, Crêuza de mä fa parte dell’iniziativa “Le isole del cinema” che comprende quattro manifestazioni tra cui “Pensieri e parole” (sull’isola dell’Asinara), “La valigia dell’attore” (sull’isola La Maddalena), “Una notte in Italia” (sull’isola di Tavolara).