Bonus Cultura: la campagna #salvatela18app sta funzionando?

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Il Bonus Cultura è un’agevolazione del valore di 500 euro destinato a tutti i diciottenni per favorire l’acquisto di libri, di dischi musicali, di periodici e di biglietti per spettacoli, mostre e concerti.

Esso è in atto da ormai tanto tempo, ma a causa della decisione del nuovo governo il prossimo anno potrebbe perdere la sua validità. Non tutti sono d’accordo con questa scelta, anzi, gran parte della popolazione comune e dei candidati al governo protestano su ciò e fanno in modo di impedirne l’approvazione. E’ passata ormai qualche settimana dalla divulgazione di questa legge: cosa è stato deciso effettivamente? Continua a leggere per scoprirlo.

Perché il Bonus Cultura è a rischio?

Uno degli emendamenti presi in considerazione dal nuovo governo Meloni è l’abolizione del Bonus Cultura, con l’obbiettivo di sfruttare quegli importi in maniera differente. Tra le iniziative sono presenti ad esempio le celebrazioni per la nascita di Guglielmo Marconi, avvenuta 150 anni fa. A seguire anche lo sviluppo dell’istituzione di diritto privato “Fondazione Vittoriano”, che comprende la gestione e la valorizzazione del complesso derivante.

Alcuni politici hanno deciso di esprimersi a riguardo, uno di questi è Renzi, il premier di ItaliaViva: “La maggioranza della Meloni vuole cancellare 18App. Follia! Perché hanno paura della cultura? Io sono pronto all’ostruzionismo parlamentare. Ma chiedo a tutti di darci una mano. Noi ci siamo mobilitati subito annunciando un’opposizione durissima e lanciando una petizione che vi prego di firmare. La maggioranza si è presa paura. E sta tornando indietro. Ma ancora il destino della 18app non è al sicuro. Perché quelli che hanno presentato l’emendamento potrebbero di nuovo tornare alla carica. Chiediamo alla premier Meloni di intervenire per bloccare la distruzione del bonus cultura per i giovani. Sappiamo che alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia dicono che con la cultura non si mangia. Ma noi non siamo d’accordo: tagliare sulla cultura e sui giovani è il modo piu’ sbagliato per costruire il futuro. Abbiamo lanciato questa idea sette anni fa e da allora molti Paesi hanno copiato la nostra idea, cominciando da Francia e Germania. Distruggere il bonus cultura solo perché l’ha introdotto Renzi significa fare del male alle nuove generazioni. E all’industria della cultura”.

Qual è la decisione effettiva?

Dopo i vari attacchi, Giorgia Meloni ha deciso di esprimersi a riguardo:

Non vogliamo abolire il Bonus Cultura. Crediamo che sia molto importante avvicinare i giovani alla cultura, tanto che il ministro Sangiuliano, assieme a tutti gli operatori del settore, sta lavorando a una Carta Cultura per dare ai giovani ulteriori possibilità di contenuti culturali. Però la 18app è una misura che va rivista per alcuni motivi banali: il primo è che questi 500 euro al compimento dei 18 anni vengono riconosciuti a tutti, indipendentemente dal reddito, e io penso che non ci sia ragione per la quale i figli di un milionario, di un parlamentare, o mia figlia debbano ottenere questo privilegio: io potrei rinunciare a quei 500 euro per comprarle dei libri o contenuti culturali e credo che la stessa misura concentrata su chi ha i redditi più bassi, possa essere molto più impattante”.

Cosa succederà quindi al Bonus Cultura? Ancora ciò non è chiaro, ma per i prossimi ricevitori (2004) non dovrebbe cambiare niente in confronto agli anni scorsi: le eventuali modifiche potrebbero essere messe in atto dal 2024 in poi.

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