Arnaldo Pomodoro a Roma, la mostra promossa da Fendi

Fendi e Fondazione Arnaldo Pomodoro. Movimento in piena aria e nel profondo

Movimento in piena aria e nel profondo/ Credits: Fendi

Il 12 maggio, la Fondazione Arnaldo Pomodoro e Fendi aprono le porte ad una mostra che celebra la ricerca artistica del maestro romagnolo.

Un progetto che si inserisce nella lunga collaborazione tra Fendi e la Fondazione, nata per promuovere l’arte contemporanea e coinvolgere le nuove generazioni.

Grazie alla partnership con la Fondazione Arnaldo Pomodoro, Fendi offre al pubblico l’opportunità di approfondire la conoscenza di questo grande genio e di scoprire le opere più significative della sua produzione, attraverso un esposizione che promette di essere un momento di grande interesse per tutti gli amanti dell’arte contemporanea.

Allestita all’Eur, all’interno del Palazzo della Civiltà Italiana, quartier generale della maison, che per l’occasione celebra gli oltre 70 anni di esplorazione dell’artista, “mettendo in scena” proprio come in un teatro, la sua visione estetica utilizzando lo spazio circostante come parte integrante delle opere e delle sculture esposte.

La mostra gratuita dal titolo Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro delle Civiltà, a cura di Lorenzo Respi e Andrea Viliani, è attiva dal 12 maggio fino al 1 ottobre 2023, e rappresenta dunque un importante impegno di Fendi per la valorizzazione della cultura e della figura di Arnaldo Pomodoro, personaggio che ha segnato la storia dell’arte italiana del Novecento con la sua ricerca formale e la sua attenzione alla materia.

Arnaldo Pomodoro e Fendi: il percorso della mostra

Oltre alle imponenti sculture e alle installazioni, sono esposte anche opere inedite di Arnaldo Pomodoro realizzate tra gli anni ’50 e il 2021. Ecco infatti che preziosi materiali d’archivio come documenti, bozzetti, foto e disegni, sono esibiti e liberamente consultabili, per la prima volta, dai visitatori direttamente dalle cassettiere scorrevoli allestite nel Palazzo della Civiltà Italiana.

L’esposizione inizia dalla zona esterna dell’edificio, dove quattro sculture intitolate “Forme del mito” (1983) sono posizionate ai quattro angoli. Il potere (Agamennone), L’ambizione (Clitennestra), La macchina (Egisto) e La profezia (Cassandra) , sono state realizzate utilizzando le macchine sceniche progettate da Emilio Isgrò per il ciclo teatrale ispirato all’Orestea di Eschilo, che fu rappresentato per la prima volta nell’estate del 1983 sui resti della piazza di Gibellina distrutta dal terremoto del Belice.

All’interno dell’atrio, sono state collocate altre due opere: il Costume di Didone, utilizzato per lo spettacolo teatrale “La tragedia di Didone, regina di Cartagine” di Christopher Marlowe, rappresentato a Gibellina nel 1986, e il Costume di Creonte, creato per l’opera “Oedipus Rex” di Igor Stravinskij, messa in scena a Siena nel 1988. Queste due realizzazioni si trovano di fronte l’una all’altra nel vestibolo di ingresso dell’edificio e testimoniano il legame di Arnaldo Pomodoro con le arti performative.

Fendi e Fondazione Pomodoro. Costume Creonte
Costume Creonte/ Credits: Fendi

I costumi delle due opere sono stati creati mixando ai materiali scultorei la rafia e il tessuto. Vesti che evocano le antiche iconografie e tecniche tradizionali delle opere d’arte africane e asiatiche e richiamano le drammaturgie della Grecia arcaica, permettendo di rivivere le storie leggendarie di Didone ed Edipo.

Fendi e Fondazione Pomodoro. Costume Didone
Costume Didone/ Credits: Fendi

Nelle sale principali, in due ale opposte del palazzo, sono allestiti i pannelli: Le battaglie, in nero, (1995, con rimandi alle geometrie guerresche di Paolo Uccello) e Movimento in piena aria e nel profondo, in bianco, (1996-97). Le due costruzioni, opposte anche nei colori sembrano voler comunicare un’opera in due atti. Le Battaglie, spigolosa, scura con angoli, bulloni e materiali appuntiti, si contrappone a Movimento in piena aria e nel profondo, così candido e con una forma a doppia curva che richiama sia le vastità celesti che quelle terrestri.

Nella stessa area espositiva delle Battaglie, sono presenti altre due opere significative: La Grande tavola della memoria (1959-1965), che rappresenta un’analisi sul bassorilievo e sulla tecnica antica della fusione sull’osso di seppia, frutto dell’esperienza di Pomodoro nell’oreficeria, e Il cubo (1961-1962), che riflette la sua ricerca sulle forme geometriche euclidee di base.

Fendi e Fondazione Arnaldo Pomodoro. Le battaglie
Le battaglie/ Credits: Fendi

Nell’ultima parte del percorso espositivo si trova Continuum (2010), un imponente rilievo che presenta i segni distintivi delle prime opere del genio. Questa opera può essere vista come una sorta di “mappa” che contiene i codici e l’inventario di tutta la sua produzione artistica.

Il percorso della mostra di Arnaldo Pomodoro si conclude sul loggiato del terzo piano con una creazioni simbolica: Osso di seppia (2011-2021). Questo manufatto rappresenta la matrice di tutti i suoi lavori in quanto è con l’incisione sull’osso di seppia che Pomodoro ha iniziato la sua ricerca scultorea. L’osso di seppia è presente anche nell’ambiente Ingresso nel Labirinto, situato nella ex sede espositiva della Fondazione dell’artista a Milano, dove dal 2013 ha la sua sede milanese anche Fendi.

 

Ads Blocker Image Powered by Code Help Pro

AdBlocker Detected!!

Abbiamo notato che usi un AdBlocker. Il nostro Magazine online si basa sui guadagni pubblicitari di inserzionisti terzi. Ti preghiamo di disabilitare il tuo AdBlocker e ricaricare la pagina. Da tutta la Redazione, Grazie!!!

error: I contenuti del magazine online Moltouomo.it sono protetti da Copyright