Maschio, quanto mi costi!
Qual è il prezzo della virilità ad ogni costo, secondo l’economista Bersani: il maschio violento costa almeno 1700 euro all’anno ad ognuno di noi.
maschio violento, Photocredit Gerd Altmann da Pixabay
Se il maschio italico si comportasse come una donna, secondo l’economista Ginevra Bersani Franceschetti, risparmieremmo almeno 1.700 euro a persona all’anno.
Nel suo libro “Il costo della virilità. Quello che l’Italia risparmierebbe se gli uomini si comportassero come le donne” – Ed Il pensiero Scientifico, Bersani fa un’analisi impietosa dei danni derivanti dal comportamento smodato del maschio antisociale, violento e aggressivo.
Dati del 2018: la quasi totalità dei reati violenti sono commessi da uomini
A cominciare dai comportamenti violenti: su 500 mila reati per condotte brutali, finiti a processo nel corso dell’anno, ben l’82,41% sono stati commessi da uomini; maschi sono anche la quasi totalità dei condannati (85,1% nel solo 2018), gli imputati per omicidio (92%) e quelli accusati di stupri ( il 98,7%).
E ancora, in una classifica di primati per niente invidiabili, maschi sono, in prevalenza, i responsabili di incidenti stradali mortali (siamo all’83,1%), quelli autori di abusi su minori (87%) e, in ultimo, ancora maschi il 93,6% degli imputati per pornografia minorile.
2018, popolazione carceraria maschile per il quasi il 96%
L’autrice dell’indagine impietosa, condotta insieme a Lucile Peytavin, storica dell’Economia e autrice di un analogo best-seller pubblicato in Francia nel 2021 – ‘Dans Le coût de la virilité’– , ha lasciato perdere le parole ed ha fatto parlare i numeri e le statistiche. Ma non è tutto.
Sempre tenendo come anno di riferimento il 2018, ha evidenziato come gli uomini rappresentino il 95,5% della popolazione mafiosa e l’87,5% degli imputati per rissa. E’ maschio il 76,1% degli imputati per furto, il 91,7% di quelli per evasione fiscale, l’89,5% per usura e il 93,4% per spaccio di stupefacenti. In tutto, nel 2018, gli uomini rappresentavano il 95,7% della popolazione carceraria.
Cosa significa tutto questo?
Lo spiega Ginevra Bersani Franceschetti all’Ansa: “L’esaltazione della brutalità nella cultura italiana ha anche un forte impatto sulla nostra ricchezza. In totale, stimiamo a 98,78 miliardi di euro all’anno il costo dei comportamenti virili sull’economia italiana. Questa cifra è enorme: equivale al 5% del Pil italiano del 2019”.
Già, perché l’analisi è stata condotta sotto il profilo meramente economico, non sotto quello sociale. E valuta i riflessi dei comportamenti stupidamente machisti sul portafoglio dei cittadini italiani, costretti tutti a pagare, anche gli uomini veri, la brutalità del maschio delirante.
Il maschio violento costa almeno 1700 euro all’anno a tutti gli italiani
“Il libro permette di renderci conto del grosso peso e della sovra rappresentazione degli uomini nei comportamenti antisociali, incivili e violenti. – continua Bersani – Il fenomeno è invece trascurato a livello delle istituzioni. Prendendo come esempio gli incidenti stradali, si vede che nell’83 per cento dei casi sono gli uomini alla guida. Il primo criterio è essere uomo, il secondo è essere uomo giovane, il terzo è essere un uomo giovane che beve e il quarto è essere un uomo più anziano”.
Certo, però, che analizzare le conseguenze di determinate condotte ascritte al maschio incivile, prevaricatore e iracondo, sotto il profilo economico, senza entrare nella componente sociale, è praticamente impossibile. E sfugge alla comprensione come mai una situazione come questa non abbia mai acceso alcun dibattito, soprattutto nelle sedi deputate, come centri studi o, più ancora, nelle aule parlamentari. Perché se il fenomeno è, ovviamente, culturale e sociale, allora è assolutamente imprescindibile l’intervento delle istituzioni.
Bersani, “L’alibi della natura maschile”
Ma del peso della virilità tout court, quella del testosterone, ovunque, tranne dove dovrebbe stare, non si discute: la questione non viene mai posta al centro del dibattito.
“In primo luogo – spiega ancora Ginevra Bersani Franceschetti- la “natura” funge spesso, consapevolmente o inconsciamente, da giustificazione: i maschi sarebbero “naturalmente” violenti. Invece la scienza ha ampiamente dimostrato che non c’è nulla di biologico nell’esprimersi con comportamenti violenti e di prevaricazione e ora, per la prima volta, i numeri confermano grosse differenze culturali e non biologiche”.
Bersani, “Violenti non si nasce, si diventa”.
Beh, almeno un punto è acquisito: nascere maschio non significa necessariamente essere predestinato all’aggressività o a correre maggiori rischi, perché violenti non si nasce ma si diventa, nella maggior parte dei casi. “Per fermare questi comportamenti virili – prosegue Bersani – bisogna agire sui nostri schemi culturali. Genitori, nonni, amici di famiglia, insegnanti delle scuole, professionisti della prima infanzia, insegnanti delle scuole medie o superiori, educatori sportivi. Ognuno di noi – conclude l’economista – deve innanzitutto riflettere sull’educazione e sui modelli che trasmette ai bambini. L’educazione data ai ragazzi è veramente insensata: da un lato si insegnano loro i principi democratici di uguaglianza, di fraternità e di parità; dall’altro, sono condizionati alla virilità, alla valorizzazione del dominio sugli altri, della forza e mancanza di empatia”.
Al costo economico si aggiunge quello sociale
Il quadro è piuttosto allarmante, non c’è che dire. E la lettura dei quotidiani dimostra come il fenomeno sia tutt’altro che in calo. Ma certamente non lo si può supinamente subire come fosse una condizione ineluttabile, soprattutto a scapito di quegli altri maschi, gli uomini, che rifuggono da ogni machismo di sorta, esponendosi, però, troppo spesso a dileggio, disprezzo e soprusi.
Perché nel Paese del “delitto d’onore piuttosto che il divorzio” (fino al 1970), dove le donne sono “tutte puttane tranne, qualche volta, la mamma e la sorella” e dove si stampano volantini per spiegare alle ragazze come sia più conveniente vestirsi “per non passare guai”, è una vita dura per gli uomini veri. Cioè per quelli che, con i maschi del report, non hanno niente a che vedere.
Il punto di vista sarà anche tutto femminile ma le conseguenze, invece, sono molto più democratiche: il danno economico, sociale, culturale, emotivo è a carico di tutti.
E non è prevista alcuna maggiorazione per il maschio violento e antisociale: lui non paga di più.