Le Case Automobilistiche studiano sempre più tessuti green per gli interni
Sostituire la pelle con materiali ecologici e di riciclo: un trend intrapreso da molte Case Automobilistiche, che scelgono i materiali più disparati, dalle vinacce alle bottiglie di plastica riciclate.
Ecco quindi che la green economy sbarca anche nel mondo lusso dell’automotive per un futuro nella mobilità sostenibile.
Grazie alla fantasia e alll’ingegno del Made in Italy, riconosciuto nel Mondo, sono diverse le attività in campo artiginale che puntano al rispetto dell’ambiente e della sostenibilià per rivestire gli abitacoli delle auto più prestigiose.
É il caso delle aziende Dani, con Sustainable leather e Vegea con Vegeatextile.
«Ogni prodotto che esce dalla conceria nasce dal recupero di materie prime di scarto dell’industria alimentare e, allo stesso tempo, la quasi totalità degli scarti di lavorazione diventa a sua volta materiale utilizzato da altre aziende, in un perfetto esempio di economia circolare» racconta Giancarlo Dani, alla guida dell’azienda fondata nel 1950. «Questa sensibilità riguardo ai temi ambientali non è figlia delle mode, ma di un percorso iniziato nel 2011 con scelte consapevoli per ridurre le emissioni di CO2 e portate avanti con coerenza».
L’Azienda ha avviato progetti di economia circolare che hanno consentito di dare una seconda vita al 56% di alcuni scarti di produzione come pelli e fibra di carbonio che vengono valorizzati diventando nuove risorse per la produzione.
Grazie alla a scelta di prodotti biologici per le fasi di trasformazione e colorazione dei pellami, testimoniato da certificazioni internazionali come Carbon Footprint of Product ed Environmental Product Declaration, Dani è la prima conceria al mondo ad aver certificato il sistema di calcolo dell’impatto per l’intero ciclo di vita della pelle e il tracciamento dell’origine dell’energia elettrica, proveniente al 100 per cento da impianti fotovoltaici. L’Azienda collabora con le maggiori case automobilistiche grazie alla cultura dell’handmade’. Tra le collaborazioni figurano Lamborghini e Pagani.
Tra gli altri progetti innovativi, Vegea propone Vegeatextile, un materiale a base vegetale versatile, di alta qualità e performante, adatto non solo per l’automotive, ma applicabile anche alla moda, all’arredamento, all’imballaggio ed ai trasporti.
La società Vegea, start up innovativa, nasce a Milano nel 2016, con l’obiettivo di promuovere l’integrazione tra chimica e agricoltura attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti ecosostenibili. L’azienda ingegnerizza tecnologie e processi basati sull’utilizzo di biomasse ed in particolare valorizza gli scarti dell’agroindustria, vinaccia, incentivando l’utilizzo di risorse rinnovabili, in alternativa alle risorse fossili per produrre il tessuto Vegeatextile .
Una realtà che offre applicazioni innovative dei biomateriali vegetali: Vegeatextile è realizzato per il 90% da materiali scarti di agricoltura, e per il 10% da polimeri bio-based riciclati senza l’ausilio di solventi tossici per l’ambiente o la salute umana.
“Rispetto alla pelle animale, che chiaramente parte da animali, e rispetto alle pelli sintetiche, che utilizzano polimeri petrolchimici, l’innovazione del nostro tessuto tecnico consiste nell’impiegare una materia prima vegetale”, spiega Francesco Merlino, di formazione chimico, cofondatore della startup insieme all’architetto Gianpiero Tessitore.
Nel mondo dell’automotive anche Bentley ha già utilizzato Vegeatextile per creare gli interni di alcune delle sue automobili. Bentley celebra così il futuro della mobilità di lusso sostenibile per i sedili delle sue auto che diventano sempre più attenti all’ambiente, orientati all’efficienza e alla riduzione delle emissioni di CO2.
In tema di ecosostenibilità sono diversi gli esempi delle Case Automobilistiche: la Polestar (Volvo) utilizza tappetini e rivestimenti ricavati dal riciclo delle reti da pesca; i giapponesi della Mazda invece impiegano il sughero (Mazda iniziò proprio nella lavorazione di questo materiale) per realizzare alcuni componenti degli interni mentre la BMW ha deciso di impiegare fibre derivate dal Kenaf (pianta simile alla canapa) nei propri modelli.
Una vera e propria rivoluzione in tema di sostenibilità grazie ai continui investimenti in attività di ricerca che consentono lo sviluppo di tecnologie e processi innovativi a basso impatto ambientale anche in ambito automotive.