FTX, ora il crac dell’exchange si appresta a diventare un film
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La clamorosa vicenda culminata nel crac di FTX, che ha inghiottito in una vera e propria voragine miliardi di dollari depositati sui conti dello scambio di criptovalute, si appresta ora a diventare un film.
Naturalmente la curiosità è tanta, alla luce della vicenda che ha ulteriormente aggravato la crisi delle criptovalute e la lunga serie di aspetti i quali dovranno essere vagliati dalle autorità che stanno indagando sui fatti.
Intanto, però, la comunità dei crypto-fans non ha fatto mancare una reazione estremamente critica di fronte alla notizia. In molti hanno fatto capire di ritenere la pellicola un tentativo di alleggerire gli addebiti da parte di Sam Bankman-Fried, l’ex beniamino dell’opinione pubblica che è appena rientrato negli Stati Uniti per rispondere di reati che in quel Paese sono considerati estremamente gravi.
La vicenda FTX sbarcherà presto al cinema
Il crollo di FTX, scambio di criptovalute che era considerato il secondo a livello globale, prima del definitivo fallimento, sarà raccontato da un film. Se ancora non si hanno notizie certe su chi sarà chiamato a dirigerlo, già è scattata la gara tra Amazon e Apple per cercare di arrivare prima sul mercato con un’opera cinematografica in grado di raccontare quanto accaduto.
Per quanto concerne Apple, si sa però che l’azienda di Cupertino ha già avviato una trattativa con Michael Lewis, lo scrittore noto per The Big Short. Una trattativa che è subito finita nel calderone delle polemiche, in quanto proprio Lewis avrebbe trascorso del tempo con Bankman-Fried tra maggio e novembre senza mai capire nulla di quello che si andava preparando nel vero e proprio triangolo delle Bermude formato da SBF, FTX e Alameda.
Addirittura, nella discussione che si è scatenata su Twitter a contorno delle voci sul film, qualcuno si è spinto a chiedere che anche Lewis venga perseguito per il semplice fatto di non aver compreso le manovre dell’ex bimbo prodigio di FTX.
Una vicenda che potrebbe fornire ancora molte sorprese
Le polemiche che stanno costellando la discussione sul film il quale andrà a narrare la vicenda che più di ogni altra ha provveduto a screditare il settore delle criptovalute, possono essere considerate il logico corollario a quanto accaduto.
In questo caso, infatti, sono venuti alla luce molti degli aspetti più oscuri di un mondo che per troppo tempo si è mosso come se fosse fuori da ogni ambito legislativo. Il concetto di decentralizzazione su cui si fondano gli asset virtuali, infatti, è stato allargato sino a non tenere in alcun conto le leggi cui invece sono obbligati a rispondere gli attori della finanza tradizionale. A partire proprio dalla gestione dei fondi affidati dai clienti a FTX, ben presto finiti in un vorticoso giro che ha interessato anche Alameda Research, altra creazione di Bankman-Fried. Fondi che ora i tanti clienti dell’exchange fallito probabilmente non rivedranno mai.
Occorre inoltre sottolineare come la vicenda sia da considerare tutt’altro che terminata, alla luce dei rapporti di Bankman-Fried con il mondo politico. I finanziamenti concessi ad una lunga serie di politici, principalmente democratici, ma non solo, dovranno essere vagliati con attenzione dagli inquirenti. Soprattutto alla luce delle ultime notizie, secondo le quali il fondatore di FTX avrebbe incontrato per almeno quattro volte i collaboratori più stretti di Joe Biden.
A rivelarlo è stato Bloomberg, in un resoconto in cui si afferma che gli ultimi incontri sarebbero avvenuti a soli due mesi dal crollo dello scambio e avrebbero visto la presenza di Steve Ricchetti, consigliere dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Mentre risale al 13 maggio l’incontro con Bruce Reed, vice responsabile dello staff presidenziale.
Chissà che alla fine, considerato quanto sta emergendo giorno dopo giorno, il film sulla vicenda non diventi un vero e proprio intrigo tale da richiamare le vicende, di pura fantasia, narrate in “House of Cards”. Le premesse sembrano in effetti esserci tutte.
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