Negli Emirati Arabi sono state bandite le privacy coin: vediamo perché
Credits: Twitter
Gli Emirati Arabi hanno deciso di bandire le cosiddette privacy coin, le criptovalute che si propongono il conseguimento di profili elevatissimi di riservatezza, talvolta sino all’anonimato.
A stabilirlo è stato il nuovo regolamento VARA (Virtual Asset and Related Activities) sugli asset virtuali, il quale recita testualmente: “L’emissione di criptovalute potenziate dall’anonimato e tutte le attività VA (Virtual Asset) a esse correlate sono vietate nell’Emirato”.
Si tratta di un fatto di notevole rilievo, alla luce del fatto che ormai da anni Monero e le altre privacy coin sono additate alla stregua di un pericolo non di poco conto, poiché aiuterebbero i criminali a spostare denaro sottraendolo al radar delle forze di polizia.
Privacy coin: cosa sta accadendo negli Emirati Arabi
Il VARA è stato pubblicato il passato 7 febbraio e si incarica di precisare il quadro normativo in cui sono chiamate a operare le aziende dedite all’innovazione finanziaria. Il documento ha poi provveduto a sottolineare come la Dubai Virtual Assets Regulatory Authority (VARA) sia stata istituita e autorizzata nel 2022 dalla Regulating Virtual Assets in the Emirate of Dubai (Dubai VA Law) nel preciso intento di fornire un quadro di regole per i Virtual Assets e i Virtual Asset Service Providers (VASP).
Nell’ambito di questo quadro, un capitolo particolare è stato dedicato proprio alle privacy coin, le criptovalute che si prefiggono di aiutare gli utenti a mantenere il massimo possibile di riservatezza nel corso delle transazioni che ne prevedono l’impiego. Se le aziende che non rispettano il regolamento possono essere multate in varie maniere, ad esempio con la restituzione dei profitti ottenuti o delle perdite evitate tramite operazioni vietate, per Monero e company tutto ciò non sarà possibile. Per il semplice motivo che questi token sono praticamente banditi dal territorio degli Emirati Arabi.
Si tratta di una decisione molto forte, la prima in assoluto emanata contro questo particolare genere di asset digitali. Il timore delle aziende interessate, è che ora altri Paesi decidano di percorrere la stessa strada e possano vietare le privacy coin, assestando loro un colpo che potrebbe rivelarsi mortale.
Perché le privacy coin sono avversate dalle autorità?
Il motivo che spiega la crescente avversione delle autorità politiche e finanziarie di molti Paesi è da ricercare nel fatto che criptovalute come Monero, Zcash e Dash, gli esponenti più noti della categoria, si propongono di schermare le transazioni e, in particolare, impedire che si possa risalire all’identità di chi le utilizza.
Rappresentano in tale veste un vero e proprio incubo non solo per quanto riguarda la possibile sottrazione di preziose risorse al fisco, ma anche per la funzione che possono assumere nell’ottica dell’economia criminale. Possono cioè permettere ai trafficanti di droga, armi ed esseri umani di portare avanti i loro sporchi affari senza il timore che possano essere intercettati sulla base della famosa affermazione di Giovanni Falcone “segui i soldi, troverai la mafia”.
Basti pensare, in tal senso, che proprio le privacy coin sono sempre più utilizzate sul Dark Web, la parte più nascosta della rete, in cui prosperano i mercati illegali. A differenza del Bitcoin, utilizzano algoritmi che sono congegnati nel preciso intento di nascondere i due lati della transazione, ovvero chi acquista e chi vende.
Per cercare di spezzare questi traffici, si sono attivate le autorità di molti Paesi, a partire dagli Stati Uniti, dove l’Internal Revenue Service ha proposto una vera e propria taglia, pari a 625mila dollari, spettante a chi sia in grado di infrangere la privacy di Monero. Una taglia che è stata riscossa da CipherTrace, azienda specializzata nel settore della sicurezza informatica.
Gli Emirati Arabi hanno però evidentemente pensato che questa attività di contrasto non sia sufficiente e proceduto al definitivo bando delle privacy coin. Resta ora da capire se altri Paesi ne vorranno seguire l’esempio. In caso di risposta affermativa, per queste aziende sarebbe un colpo durissimo, tale da metterne in discussione la sopravvivenza.