Elon Musk disattiva Starlink in Ucraina: “Non vogliamo essere responsabili di una terza guerra mondiale

Elon Musk

Credits: Mohammed Abdelzak

Elon Musk ha deciso di disattivare la rete Starlink in Ucraina.

La motivazione della sua decisione è stata spiegata dallo stesso CEO di Tesla con parole chiarissime: “Non vogliamo avere alcun ruolo in un’escalation del conflitto che potrebbe portare ad una terza guerra mondiale”.

Una presa di posizione che è arrivata nell’ambito di una disputa con l’astronauta Scott Kelly e che sembra destinata ad avere un ruolo di non poco conto nell’ambito della guerra tra la stessa Ucraina e la Russia.

Starlink: cosa sta accadendo

La dichiarazione di Elon Musk è arrivata dopo un accorato appello da parte di Scott Kelly, il quale aveva lanciato il seguente messaggio su Twitter, a lui rivolto: “L’Ucraina ha disperatamente bisogno del vostro continuo sostegno. Vi chiediamo di ripristinare le funzionalità dei satelliti Starlink. La difesa da un’invasione genocida non rappresenta una mossa offensiva, ma è semplice sopravvivenza. Le vite di persone innocenti saranno spezzate e tu puoi evitarlo.”

Il messaggio è arrivato dopo la decisione dell’azienda operante nel settore della connettività, a seguito della quale l’esercito ucraino si è ritrovato senza uno strumento fondamentale per poter resistere all’offensiva portata avanti con i droni da parte dell’esercito russo, contro una serie di installazioni e obiettivi militari.

Una decisione spiegata da Gwynne Shotwell, responsabile operative dell’azienda, nel corso di una conferenza tenuta alla Federal Aviation Administration in cui ha ricordato che la compagnia si oppone all’utilizzo delle sua tecnologia per scopi bellici.

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Credits: Twitter

La risposta di Musk a Kelly, però, è stata assolutamente chiara: “Sei abbastanza intelligente da non cadere nel tranello dei media e della propaganda. Starlink è la spina dorsale delle comunicazioni in Ucraina, soprattutto in prima linea, dove quasi tutte le connessioni non sono disponibili. Ma non vogliamo avere alcun ruolo in un’escalation del conflitto che potrebbe portare ad una terza guerra mondiale.”
Una posizione, quella dell’ex uomo più ricco del mondo, che sembra sposare in pieno le tesi di chi ritiene sia arrivato il momento di intavolare discussioni per condurre alla fine del conflitto.

La difficile posizione di Elon Musk

Occorre peraltro sottolineare come la posizione di Elon Musk nel corso del conflitto si sia rivelata estremamente precaria. Già alcuni mesi fa il fondatore di Starlink aveva minacciato di disattivare i satelliti a causa dei costi troppo elevati che comportava il loro impiego nel conflitto. Dopo le rassicurazioni del Pentagono era tornato indietro, ma si era trovato di fronte una ostilità sempre più evidente da parte di Mosca.
Ostilità non fondata soltanto sulle parole, ma anche sui fatti concreti. A partire da quelli di Sestroretsk Arms Factory, azienda russa che aveva esplicitato la produzione di uno strumento in grado di rilevare la posizione delle antenne di Starlink e distruggerle. Il sistema, denominato “Borshchevik” o “hogweed”, è stato ideato con la precisa intenzione di riuscire a localizzare le antenne Starlink ad una distanza massima di 10mila chilometri in maniera tale da permettere all’esercito di distruggerle. La stessa Sestroresk ha affermato di essere in grado di individuare una parabola Starlink con un raggio di precisione compreso tra i 5 ed i 60 metri dalla sua posizione, anche nel caso in cui la stessa sia montata su veicoli in movimento.
La decisione di disattivare Starlink, comunque, può essere considerata in linea con la posizione assunta da Musk alla fine di ottobre, quando in una serie di tweet aveva proposto un piano di pace. In particolare, il miliardario di origini sudafricane aveva proposto la ripetizione del referendum per quanto concerne i territori russofoni che si sono staccati dall’Ucraina, con l’effettuazione di una nuova consultazione sotto egida ONU. In alternativa, aveva poi proposto di riportare la Crimea all’interno della Federazione Russa, come è del resto stato dal 1873 alla decisione di Kruscev di accorparla all’Ucraina, con la fornitura di acqua alla regione e la neutralità dell’Ucraina. Proposta accolta negativamente dal governo di Kiev.

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