Microsoft limita le sue ambizioni nel metaverso, con la chiusura di AltspaceVR
Credits Lithium Sapphire
Anche Microsoft, come tutte le altre Big Tech, sta affrontando la crisi a suon di licenziamenti. Tra i circa 10mila dipendenti che si sono trovati senza lavoro, però, ci sono anche quelli di AltspaceVR, ovvero la piattaforma di realtà virtuale che l’azienda di Redmond aveva acquisito nel corso del 2017.
Microsoft ha infatti ritenuto più opportuno focalizzarsi su altri progetti, annunciandone sul suo blog ufficiale la prossima chiusura. Un evento il quale va in pratica a restringerne le ambizioni sul metaverso, confermando le perplessità che stanno iniziando a girare sull’effettiva utilità di impegnare grandi risorse su una realtà virtuale e aumentata che stenta a decollare.
La decisione in questione, peraltro, sembra confermare quanto si afferma ormai da tempo proprio a proposito del metaverso: tutti ne parlano, ma poi all’atto pratico gli utenti sono pochissimi e di ritorni economici sugli investimenti fatti non si vede ombra.
Microsoft, i tagli al personale riguardano anche la realtà virtuale
La chiusura di Altspace VR è prevista per il prossimo 10 marzo. A motivare quanto sta accadendo è la decisione di Microsoft di concentrare tutti i suoi sforzi su Mesh, il mondo di realtà mista che è stato svelato nel 2021 e il quale consentirà agli utenti di lavorare a distanza integrandosi con altri software del gruppo, a partire da Teams.
A differenza di quanto accade su AltspaceVR, ove la partecipazione degli interessati ai vari eventi e spazi sociali previsti è assolutamente libera, Microsoft Mesh si rivolge espressamente alle aziende che desiderano intraprendere una collaborazione da remoto.
Oltre a Altspace VR, a cadere vittima di questa nuova politica potrebbero essere i lavoratori che sono al momento impegnati sui visori HoloLens. Sono stati alcuni media statunitensi, a partire da Bloomberg e Windows Central, ad affermare che una parte dell’organico potrebbe presto ritrovarsi nella scomoda situazione di cercarsi un nuovo lavoro, nonostante il fatto che proprio quest’anno dovrebbe arrivare sul mercato una nuova versione dei visori. La crisi sembra non lasciare molti spazi di manovra e le Big Tech non si fanno eccessivi scrupoli nel tagliare più possibile, anche in settori che pure sembravano al riparo dai suoi effetti.
Metaverso, qual’è la realtà ?
La decisione presa da Microsoft segna un notevole ridimensionamento nei piani aziendali relativi al metaverso. Anche la casa di Redmond sembra prendere atto di un notevole scarto tra le grandi aspettative e i risultati pratici, una realtà che era già stata resa nota dall’impatto dei costi collegati alla realtà virtuale e aumentata sui conti di Meta, l’azienda che aveva in pratica innescato la corsa al metaverso.
Basta in effetti vedere come i conti siano stati zavorrati dai massicci investimenti su questo settore, superiori ai dieci miliardi di dollari, per capire come al momento si prospettino solo perdite. Resta da capire se le stesse possano essere il preludio a grandi guadagni futuri, su cui molti osservatori iniziano ad avere forti dubbi.
Il motivo dei dubbi che stanno affiorando è del resto noto: in questo momento il metaverso è praticamente deserto, nessuno lo frequenta. Neanche coloro che ci lavorano, se si pensa che in base ad un documento interno sullo stato di Horizon Worlds, un ambiente virtuale sviluppato dall’azienda, il responsabile per la realtà virtuale e aumentata del gruppo, Vishal Shah, si sarebbe lamentato del mancato utilizzo della piattaforma da parte di chi la sta sviluppando.
Non molto meglio sta però andando per il metaverso di Decentraland, che pur valutato oltre un miliardo è al momento dell’ultima rilevazione frequentato in maniera attiva da “ben” 38 visitatori al giorno. Con cifre di questo genere non stupisce che la politica portata avanti da Mark Zuckerberg stia provocando non pochi mal di pancia agli stessi lavoratori di Meta, soprattutto in un momento in cui molti di loro sono costretti a cercarsi un nuovo lavoro per effetto della crisi.