Secondo il CFO di Meta il Metaverso avrà lo stesso impatto degli smartphone

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Credits Lithium Sapphire

Nel corso del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, costellato come ogni anno di polemiche, il chief product officer di Meta Chris Cox si è lanciato in una impegnativa previsione: il Metaverso avrà un impatto simile a quello che hanno avuto gli smartphone, nel futuro.

Si tratta del resto di una sorta di auto promozione, considerato come l’azienda che controlla Facebook, Instagram e Whatsapp abbia investito cifre ingenti sulla realtà virtuale e aumentata, sino a mettere in pericolo i conti e a provocare lo smottamento del titolo in borsa.

Secondo Cox, quindi, il Metaverso diventerà una parte importante nella vita dei consumatori, proprio come è accaduto per gli smartphone. Soltanto che dell’impatto dei secondi abbiamo prove ormai certe, mentre per la realtà virtuale si tratta di una semplice speranza, almeno ad ora.

Come sta andando il Metaverso?

Se questa è la previsione di Cox, occorre però sottolineare come nella realtà di tutti i giorni, non quella virtuale, il Metaverso stia affrontando non poche difficoltà. Basta in tal senso vedere quanto accaduto al Global Gateway, lanciato come il Metaverso dell’Unione Europea.

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Credits Lithium Sapphire

Nato a metà ottobre come piattaforma su cui incontrare persone al fine di parlare di questioni globali e cercare di modellare un futuro condiviso, ha visto l’organizzazione al suo interno di una festa per i giovani del vecchio continente, il Global Gateway Gala, ha visto la partecipazione di “ben” cinque ragazzi i quali hanno dato luogo ad una conversazione ritenuta molto confusa dal giornalista Vince Chadwick, che ha avuto l’onore (o l’onere) di assistervi. Il tutto al modico prezzo di 387mila euro, naturalmente a carico del contribuente europeo, il quale con ogni probabilità sarebbe molto più contento di vedere i propri soldi destinati ad iniziative più concrete e di reale utilità. In fondo, di questioni globali si può anche discutere in un locale pubblico, davanti ad una bevanda, invece che in un mondo virtuale.

Sinora il Metaverso è un deserto, ma…

Se questa è stata l’accoglienza dei giovani europei nei confronti del Metaverso, in generale non è che stia andando meglio. Basti pensare che a detta di un gran numero di esperti e osservatori, sinora la realtà virtuale e aumentata è praticamente deserta.
Nonostante ciò, già sono iniziati le grandi manovre al suo interno, come testimoniato dagli acquisti dei suoi terreni nel corso dell’ultimo anno. Sono stati infatti spesi due miliardi di dollari per comprare pezzi di mondo virtuale e, secondo l’istituto di credito Morgan Stanley, entro il 2030 proprio questo universo di fantasia rappresenterà più del 10% dei beni di lusso a livello globale.
Acquistare una casa in questo particolare ambito costa in effetti come, se non di più, farlo nel mondo reale. Un utente di cui non si conosce il nome ha speso 450mila dollari per poter diventare vicino di Snoop Dogg e di esempi simili ce ne sono ormai molti. Probabilmente molti vedono nel Metaverso un nuovo grande affare e hanno iniziato a prendere posto in un banchetto che si prospetta lauto.
Al momento, però, i ritorni non ci sono. Anzi, proprio l’azienda che ci ha puntato in maniera massiccia, Meta, ha visto andare in fumo in appena nove mesi la bellezza di 9,4 miliardi di dollari. A tanto ammonta la perdita della divisione Reality Labs messa in piedi da Mark Zuckerberg per anticipare la concorrenza e iniziare a dare la propria impronta al Metaverso. Quando la perdita è diventata di pubblico dominio, il titolo dell’azienda ha lasciato sul terreno 80 miliardi in termini di capitalizzazione di mercato. Non dovrebbe quindi eccessivamente stupire quanto affermato da Cox, considerato come in fondo qualsiasi oste sia abituato a decantare il suo vino. Il problema è che il vino del Metaverso, di questo passo, potrebbe rivelarsi aceto per molti.

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