Le banche stanno fuggendo dalle criptovalute, per chi investe in Bitcoin dovrebbe scattare l’allarme

Bitcoin

Le banche stanno scappando dalle criptovalute? A segnalare quanto sta accadendo è la decisione in tal senso di Metropolitan Bank Holding, una delle prime realtà del settore ad essersi rivolta agli asset virtuali. Se è forse ancora poco per dare un giudizio definitivo e indicarlo alla stregua di un trend, occorre comunque seguire con grande attenzione la questione.

Nel caso in cui anche altri istituti decidessero di seguire la stessa direzione, per BTC e Altcoin potrebbe aprirsi un notevole problema in termini di credibilità. Proprio sull’adozione da parte di molti banche, ovvero della finanza alternativa, quella tradizionale aveva puntato per ricavarne legittimità agli occhi dell’opinione pubblica.

La fuga delle banche dagli asset digitali potrebbe essere un problema

Nonostante il White Paper di Satoshi Nakamoto, l’inventore del Bitcoin, indichi nella decentralizzazione un modo alternativo di fare finanza, il vero obiettivo cui ormai da tempo lavorano le aziende del settore è proprio quello di essere accettate, diventare quindi parte integrante del mainstream.

Per poterlo fare, hanno bisogno in particolare dell’accettazione da parte della finanza tradizionale, ovvero le banche. Non a caso, proprio le stesse nei primi anni di vita di BTC hanno a lungo rifiutato ogni ipotesi di promiscuità con quella che indicavano alla stregua di una truffa, nella migliore delle ipotesi.

Basti pensare in tal senso a Jamie Dimon, CEO di JP Morgan Chase, una delle quattro più grandi banche statunitensi. Proprio lui per lungo tempo non ha fatto mistero di considerare il Bitcoin l’equivalente di una lavanderia, naturalmente di soldi sporchi.

Bitcoin BTC

Un giudizio condiviso a lungo da altre figure di primo piano della finanza tradizionale, a partire da Davide Serra, fondatore di Algebris, che però è andato sensibilmente modificandosi nel corso del tempo. Dopo aver minacciato di licenziamento i trader della banca colti a trattare asset virtuali, lo stesso Dimon ha in seguito aperto la porta alle criptovalute. Tanto che la banca da lui diretta ha dato vita ad un suo token, JPM Coin. Una vera e propria conversione sulla via di Damasco, che ha fatto da battistrada per molte altre.

Basti pensare ad esempio a Banca Generali, che ormai dall’inizio del 2022 offre ai suoi clienti BG Conio, una funzionalità tesa all’acquisto e alla vendita di BTC. In pratica i clienti di Banca Generali si ritrovano ad utilizzare un ambiente simile in tutto a quello che già usano per altre operazioni bancarie, con l’aggiunta di un wallet, ovvero un portafogli elettronico in cui custodire il proprio tesoro virtuale.

Una funzionalità che stava diventando patrimonio comune di un gran numero di banche, a testimonianza di una accettazione sempre più larga, sulla quale contavano le aziende crypto per riuscire a rendere sempre più solide le basi su cui operare. Una accettazione che ora, però, sembra allontanarsi, con esiti potenzialmente devastanti per l’intero settore.

Le banche sono fondamentali per l’adozione di massa delle criptovalute

Il sogno dei criptofans è l’adozione di massa degli asset digitali. Perché esso abbia realmente luogo l’adesione delle banche è assolutamente indispensabile, proprio perché darebbe una patente di affidabilità a BTC e consorelle.

Nel corso degli ultimi anni sono state molte quelle che hanno recepito l’utilità delle criptovalute, insieme a molti fondi d’investimento i quali hanno deciso di provare a sfruttare gli spazi di guadagno che si sono aperti con il lievitare dei prezzi.

Naturalmente, in questa ottica è importante che molti privati inizino non soltanto a fare trading di criptovalute, ma anche a utilizzarle nei pagamenti della vita reale. Un trend che sta caratterizzando soprattutto il Sud America, ove Paesi come il Venezuela, l’Argentina o la Colombia hanno intravisto nel Bitcoin il modo migliore per non sottostare alla perdita del valore d’acquisto che grava sulle valute fiat.

Ove però venisse meno l’appoggio delle banche le dinamiche che si sono messe in moto nel corso degli ultimi anni sarebbero rimesse in discussione, con esiti molto gravi. Chi investe in questo ambito deve tenerne conto, per non ritrovarsi all’improvviso con il fiammifero acceso in mano.

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