Il Chelsea acquista tutto, per l’UEFA il Fair Play Finanziario vale solo per alcuni
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Com’è ormai noto, l’UEFA ha dato vita al cosiddetto Fair Play Finanziario, con la dichiarata intenzione di porre un freno alle spese pazze che sono ormai abitudine del football internazionale (o meglio di alcuni grandi club).
Il modo in cui è stato applicato sinora, però, non ha fatto altro che sollevare perplessità in addetti ai lavori e tifosi. Tanto da essere infine additato come un metodo per impedire ai club emergenti di attaccare lo status quo.
La vicenda del Chelsea, che in queste ore sta assumendo toni grotteschi, sembra la pratica esemplificazione dell’assunto. Andiamo quindi a vedere cosa sta accadendo dalle parti di Londra.
Il Chelsea spende fiumi di soldi, mentre l’UEFA tace
L’ultimo atto, per ora, della campagna acquisti invernale del Chelsea ha visto l’arrivo nella capitale inglese di Joao Felix, attaccante esterno prelevato dall’Atletico Madrid in prestito. Un prestito costato appena 11 milioni di euro per i sei mesi restanti della stagione calcistica, in cui l’attaccante esterno portoghese si alternerà con Pulisic, dopo che questi avrà superato i guai al ginocchio di cui è attualmente vittima.
L’esterno arrivato dai colchoneros, però, rappresenta soltanto un piccolo tassello della faraonica campagna messa in atto dai Blues. Il suo arrivo, infatti, è stato preceduto di poche ore da quello di Benoit Badiashile, massiccio centrale difensivo prelevato dal Monaco per la modica cifra di 40 milioni di euro.
Anche l’arrivo di Badiashile, però, rischia di risultare una semplice operazione di contorno, nel caso in cui la squadra londinese riuscisse a portare a termine il colpo per il quale sta lavorando da giorni, ovvero l’acquisto di Enzo Fernandez, centrocampista del Benfica e della nazionale argentina appena laureatasi campione del mondo in Qatar. In questo caso, infatti, i milioni di euro che si trasferirebbero nelle casse del club lusitano sono ben 127.
Un’operazione definita folle da critica specializzata e tifosi in genere che rappresenta soltanto l’ultimo tassello di una campagna acquisti che già in estate aveva portato sulle rive del Tamigi l’esterno difensivo Cucurella, prelevato dal Brighton per 70 milioni di euro, il centrale difensivo Coulybaly dal Napoli per 38 milioni, l’altro centrale difensivo Fofana dal Leicester City per 70 milioni, il centrocampista Chukwuemeka dall’Aston Villa per 23 milioni, l’attaccante Aubameyang, prelevato dal Barcellona per 12 milioni, l’altro attaccante Sterling acquisito per 56 milioni dal Manchester City.
L’UEFA? Non pervenuta
Il totale della spesa affrontata soltanto in questa stagione ammonta per ora a 320 milioni di euro, cui comunque potrebbero aggiungersi i 127 per Fernandez. I risultati inanellati dal team allenato da Potter, però, sono pericolosamente vicini al classico topolino partorito dalla montagna. Il Chelsea è infatti al momento al decimo posto, dopo essere stato surclassato dal Manchester City in FA Cup.
Di fronte alle cifre di cui stiamo parlando sembra ancora più grottesco parlare di Fair Play Finanziario, cui evidentemente devono assoggettarsi soltanto le squadre “normali”. Partendo ad esempio dalla Roma, costretta a trattare con l’UEFA per siglare un gentleman’s agreement in base al quale la società giallorossa potrà acquistare soltanto utilizzando le cifre introitate dalle cessioni.
Un patto simile del resto a quello sottoposto ad altri club che, con tutta evidenza, non fanno parte del cerchio magico rappresentato da Chelsea e altri soggetti i quali non esitano a gettare fiumi di soldi per provare a vincere.
Basti pensare in tal senso al Barcellona, che dopo aver accumulato un debito mostruoso, pari a 1,3 miliardi di euro (!), non ha esitato a proseguire la propria politica di spese pazze, anche in questo caso senza sollevare rimostranze dall’UEFA. Salvo poi reclamare il varo di una Superlega per i club più danarosi, con l’evidente intento di mettere in cassa altro denaro, senza però mai pensare ad una reale politica di rientro dai debiti. Quelli, in fondo, contano solo per gli altri, all’interno di quella vera e propria Fattoria degli Animali che è il calcio targato UEFA, ove alcuni sono più uguali degli altri.