Il migliore amico di una donna è… il suo vibratore
Perché il vibratore è il migliore amico di una donna? Non dice bugie, non chiede niente e non vuole niente, è disinteressato e, in più, aiuta in silenzio.
Il migliore amico di una donna è il suo vibratore. Photocredi cottonbro studio da pexels
Il vibratore è il migliore amico di una donna, scopriamo insieme perché…
Sorpresi? Voi credevate che fossero i diamanti, le scarpe di lusso o, magari un gatto. E invece no, il migliore amico di una donna è il suo vibratore. E, prima di scandalizzarvi o di esclamare “Non ne ho bisogno”, “A me – o, peggio, “A noi” – non serve”, continuate a leggere. Potreste scoprire un insolito (quanto gradito) regalo per la vostra compagna e per la coppia.
Perché? Ve lo spieghiamo qui sotto.
… non vuole niente e non chiede niente
Non ha bisogno di calze a rete, numeri da bourlesque (soprattutto dopo una giornata a lavorare e, poi, a preparare cena, far lavatrici e far quadrare i conti di casa). Al nostro compagno di giochi inanimato piacciamo sempre, anche se non siamo state dall’estetista, indossiamo il pigiama di pile e abbiamo un dito di ricrescita sui capelli. Non ci chiede coccole, fusa, miagolii e, soprattutto, non siamo tenute a gratificarlo anche se la prestazione è stata liquidata en passant. E, se proprio non è aria – ché, per noi donne, l’orgasmo non è solo una questione idraulica – possiamo spegnerlo senza sensi di colpa. E non bisogna necessariamente aspettare che sia sabato. Già, perché la questione tempo pare essere essenziale, anche a letto.
Per compensare del sesso piuttosto express, capita che si tenda ad indulgere in preliminari, coccole extra e tante altre cosine che sono perfette se perdere due ore di sonno non sia un problema. Purtroppo, per molte di noi, invece, quelle due ore di sonno sono importanti e, per sacrificarle, ne deve valere davvero la pena. E’ una visione egoistica del sesso? Sì, anche noi donne siamo diventate egoiste, quando si parla di sesso. Soprattutto quando i nostri uomini continuano a fare l’amore con noi come vent’anni prima, senza rendersi conto che il tempo non è passato solo sulla nostra faccia, ma che le rughe più profonde sono incise proprio nell’anima. E siamo cambiate. E, più consapevoli e meno sorde ai nostri bisogni, oggi vogliamo prendere, ché già diamo per tutto il resto della nostra giornata. Ma a lui non diamo niente e questo ne fa, a buon titolo, il migliore amico di una donna.
… gli manca solo la parola
Per fortuna. È muto come un pesce e, cosa che non guasta, pure sordo.
Non va stimolato, rassicurato o gratificato. Non dice cose di cui pentirsi subito dopo e, soprattutto, non ha bisogno di sentirle. E, in sacrosanto silenzio, ci si ascolta meglio ma, soprattutto, si possono sentire i rumori nel corridoio, casomai qualche figlio avesse dei problemi, o suonasse il telefono proprio in quel momento.
Non chiede foto ricordo, da pubblicare poi, quando tutto finisce, in un apocalittico revenge porn; non chiederà: “Quando ci rivediamo”. E, soprattutto, non esiste rischio di sentirsi domandare: “Ti è piaciuto?”, nel caso esista ancora qualcuno che indulga in questa frase che è, in assoluto, la più infelice da dire una ad una donna. La seconda è: “Scusa, non mi è mai successo prima. Sarà la stanchezza”. Ce ne sono molte altre, di frasi da non dire. Ma queste sarebbe proprio meglio non pensarle, prima ancora che pronunciarle. Questi dovrebbero essere passi falsi ormai superati, per gli uomini moderni ma, a leggere ricerche e sondaggi, pare proprio che non sia così. Fatto sta che il silenzio è davvero da rivalutare, nel sesso. Anche per evitare che, nell’estasi dell’abbandono, ci scappi un mugugnante “Samanta”, mentre la vostra Lei si chiama Giuliana. Ode al vibratore, sordo e muto.
… è sincero
Dopo anni passati a condividere tutto – non conosci mai veramente qualcuno finché non gli lavi i calzini e le mutande – si formano dei calli, nel nostro intimo, in corrispondenza di tutte quelle ferite che, più o meno consapevolmente, ci sono state inferte. Alcune sono squarci, altre solo graffi. Ma è inevitabile che, prima o poi, tutto questo presenti il conto. Non è la passione che si è spenta, né Lei vi ama meno o pensa ad un altro. E che, proprio, tu, lui, voi vi siete palesati, in questo lasso di tempo, per ciò che realmente siete, alla faccia di quel che pensiate di voi stessi. Ed il corpo, prima che la ragione, ha registrato questo cambiamento a tempo di record. Quindi il sesso non è più divertente ma diventa “fatica”, come se fosse un lavoro in più da fare.
Cari uomini, non siete credibili se siete amanti scrupolosi e generosi ma, fuori dal letto, tutto vi rimbalza addosso come se foste fatti di gomma. Non potete essere attenti al piacere di Lei e poi fregarvene di come sta la vostra compagna nelle altre ore della giornata. Questo, vi piaccia o no, è un autentico tradimento. Ecco perché il vibratore è il migliore amico di una donna: perché di lui ci si può fidare ciecamente, sentire di potersi abbandonare e, finalmente, di potersi permettere un orgasmo liberatorio. Perché voi uomini lo sapete, vero, che si tratta di questo?! Per lasciarsi andare ad un orgasmo bisogna riuscire a fidarsi ciecamente di chi è con noi. E non è facile continuare a fidarsi quando le confidenze, anche le più intime, sono state usate come una clava.
Lì crolla la fiducia e addio orgasmo.
L’intimità ci rende vulnerabili e, soprattutto in quei momenti, lo siamo totalmente e assolutamente, abbandonate e disarmate. E, se non ci fidiamo al punto di riuscire ad superare barriere e difese, il piacere resta lì, sospeso a mezz’aria. Non diventerà mai orgasmo, anche se date del tu al punto G della vostra amante. Quindi, se vi chiedete come sia possibile che un vibratore sia il migliore amico di una donna, la risposta è: “sincerità”. Lui non mente mai, né a Lei, né a sé stesso.
… aiuta
Sissignore: aiuta la Coppia che abbia voglia di giocare. Aiuta Lui se non è portato per i preliminari e, invece, è qualcosa che la vostra compagna apprezza. Aiuta Lei, a contrastare il dolore che, in meno pausa (ma può capitare anche dopo un parto), può provare durante il rapporto. Dopo i 50 anni – più o meno, per tutte, quella è la fine dell’età fertile – estrogeni e progesterone subiscono un crollo, provocando una minore lubrificazione ed una progressiva atrofia dei tessuti vaginali e vulvari.
Pensatelo più come un sostegno fisioterapico che come un sex toy: non sarà molto poetico ma è la verità, il fatto che la vibrazione possa rivelarsi molto utile perché aumenta la vascolarizzazione e quindi favorisce la dilatazione e la sensazione di piacere durante i rapporti, riducendo il dolore. Perché noi donne non siamo “statiche”: il nostro corpo è in continuo cambiamento e, quando entriamo nella fase della menopausa, dentro di noi si rivoluziona tutto. Ed già è difficile abituarsi alle perdite urinarie, ai colpi di calore e bla bla bla, figurarsi ai cambiamenti del nostro pavimento pelvico, che non è esattamente una soletta di cemento o parquet di faggio.
… perché non sogna di farle dire: “Basta”.
Quanti di voi sono convinti che una donna sia soddisfatta quando dice: “Basta”?! Siete ancora tanti? Ecco, vi siete risposti da soli sul perché il vibratore sia il migliore amico di una donna. La parola magica, quella che dovreste sognare di sentirvi ripetere, non è “Basta” ma “Ancòra”! Alla Edoardo De Crescenzo, per capirci. Mina lasciamola stare, che con il suo Ancòra Ancòra Ancòra, può sembrare la donna più fortunata del mondo. E, infatti, questa canzone l’ha scritta tal Cristiano Malgioglio, uno che la parte femminile di sé l’ha ascoltata parecchio.
“Ancòra” è una parola che, dentro, si porta un intero universo. “Ancòra” significa che non se ne ha mai abbastanza; non vuol dire che non è sufficiente in quel momento, ma che non lo è mai… che lei è ancora affamata di quelle sensazioni che vanno oltre… oltre il letto, oltre l’orgasmo, oltre il quotidiano, oltre la banalità, oltre la pancetta e l’età che ingrigisce i capelli. Perché il nemico da battere è la stanchezza, cioè proprio quel “basta” che in tanti, troppi, ancora si affannano a cercare.
Quindi, sì, cari uomini. Il migliore amico di una donna è – e resta – il suo vibratore. Ci salva dal diventare delle bambole gonfiabili e dal trattare voi uomini come dei sex toy, perché molte di noi sanno “l’effetto che fa” e, fidatevi, non è bello. Neanche un po’.