La soddisfazione sessuale è collegata alle performances cognitive: studio su 818 uomini

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La soddisfazione sessuale ha uno stretto collegamento con le prestazioni cognitive, tanto che il livello di soddisfazione sessuale può essere un fattore predittivo per una eventuale comparsa di demenza in età avanzata.
È questo il risultato di uno studio condotto su centinaia di uomini da una università americana; il primo studio di questo tipo.
La soddisfazione sessuale: lo studio USA
I ricercatori della Penn State University, negli USA, hanno condotto uno studio circa la soddisfazione sessuale su 818 uomini seguiti nell’arco di oltre un decennio, monitorando le associazioni tra soddisfazione sessuale, funzione erettile e aspetti cognitivi quali la memoria e la velocità di elaborazione del pensiero. Lo studio ha cercato di indagare le relazioni tra alcuni cambiamenti fisici (ad esempio i cambiamenti microvascolari, che sono importanti per la qualità dell’erezione) ed i cambiamenti psicologici (soddisfazione sessuale) per vedere in quale modo si correlano ai cambiamenti delle funzioni cognitive.
L’anello mancante
La fascia di età è quella 56-68 anni, in quanto spesso è proprio in questo periodo che iniziano a manifestarsi alcuni cambiamenti. Tramite test validati a livello internazionale, gli scienziati hanno confrontato gli stessi risultati con le prestazioni dell’età giovanile ed adulta. Nello studio è stato dimostrato che miglioramenti o peggioramenti circa la funzione erettile e la soddisfazione sessuale erano effettivamente collegati ad analoghi miglioramenti o peggioramenti di funzioni cognitive. In passato, era già noto che le problematiche a livello microvascolare incidono negativamente sulla funzione erettiva, ed è infatti su tale associazione che si basano i farmaci per migliorare la funzione erettiva. L’anello mancante di questo insieme era proprio il collegamento tra questi due aspetti e le performances cognitive.

Un secondo risultato interessante circa la soddisfazione sessuale
In generale, è noto che l’organismo umano non è fatto a compartimenti stagni. Uno stile di vita poco corretto, un’alimentazione squilibrata, la scarsa attività fisica e lo stress sono fattori di rischio che incidono in modo negativo sulla soddisfazione di vita in generale, sulle malattie cardiovascolari e quindi anche sulla soddisfazione sessuale. Viceversa, un miglioramento di questi fattori ha invece ricadute positive su tutto l’insieme. Nella medicina non c’è nulla di automatico, ma gli autori dello studio statunitense sottolineano un secondo aspetto innovativo emerso dai loro risultati, ossia il fattore predittivo.
La soddisfazione sessuale come fattore predittivo
Un peggioramento della funzione erettile ed un calo riguardo la soddisfazione sessuale potrebbero dunque essere un elemento predittivo in fase precoce circa un aumentato rischio di demenza in età anziana. Spesso, i primi segnali di allarme per una perdita di performances cognitive sono sottovalutati oppure passano totalmente inosservati. Di frequente si dà la colpa allo stress, agli impegni pressanti; oppure li si ritiene semplicemente naturali al pari dei capelli che ingrigiscono. Tale sottovalutazione avviene sia da parte dello stesso interessato, sia da parte di coloro che lo circondano. In molti casi, invece, tutto ciò non è “naturale” ed una precoce presa di coscienza è in grado di migliorare la situazione.
Una visione globale
In questo quadro si situa una prima conclusione derivante da tale studio. La soddisfazione sessuale va coltivata e considerata non tanto e non solo come tale, né in termini di quantità. È opportuno invece considerarla nell’insieme di una qualità di vita soddisfacente nei più diversi ambiti. Cercare di migliorarla è importante non solo fine a se stessa, ma anche per le sue implicazioni sulla salute cognitiva, ed in tal senso è bene concentrarsi su una visione più vasta e non solo su un unico sintomo. Come altre funzioni dell’organismo umano, la funzione sessuale può essere allenata e migliorata.
Un quadro di insieme
È interessante inquadrare lo studio americano in un insieme di dati per capire meglio l’importanza dei dati appena emersi. Lo scorso anno, un sondaggio svolto in tutta Europa, Italia compresa, ha evidenziato che per le persone over 50 ed over 60 la soddisfazione sessuale è importante, anche se diversa da quella dell’età giovanile. La disfunzione erettile riguarda circa il 13% della popolazione, ed è correlata all’età: verso i 50 anni arriva circa al 40%. E vanno tenuti presenti i tabù tuttora presenti in molti uomini rispetto alla consultazione andrologica. Tuttora molto presente, altresì, l’idea che la vita sessuale sia appannaggio pressoché esclusivo dell’età giovanile. Parlare di ciò che riguarda la soddisfazione sessuale in età più avanzata è ancora un tabù.
Uno sguardo al futuro
Recenti dati ISTAT riportano che la popolazione ultrasessantacinquenne ammonta a 14 milioni 177mila persone al 1° gennaio 2023, e costituisce il 24,1 per cento della popolazione totale. L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno in continuo aumento, l’età media della popolazione è intorno ai 45-46 anni e l’aspettativa di vita ha superato gli 80 anni anche per gli uomini. Da tutto ciò, emerge con chiarezza che curare la soddisfazione sessuale può essere certamente uno strumento per migliorare la qualità di vita, ma soprattutto uno strumento di prevenzione per un’aspettativa di vita in buona salute.