La salute maschile, i meno attenti sono gli uomini fra i 18 ed i 34 anni: i risultati dell’ultima indagine Human8
credits pixabay
La salute maschile si conferma realtà con molte luci ed ombre, come confermano i dati da poco resi noti dell’ultima indagine Human8 in 16 Paesi del mondo. Sorprendenti i risultati relativi alla popolazione italiana.
La salute maschile, questa sconosciuta.
Per quanto riguarda la salute maschile, la differenza di genere è a netto svantaggio degli uomini, ed in particolare nella fascia più attiva e produttiva. Potrebbe essere questo un riassunto dei dati relativi all’Italia emersi dall’indagine in questione, che ha esaminato un campione rappresentativo di 32.000 persone appartenenti a 16 Paesi: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Kazakistan, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Uzbekistan. Il 42% di Italiani, in prevalenza uomini compresi nella fascia di età fra 18 e 34 anni, non effettua alcun check up, ed il 49% circa aderisce solo in minima parte agli screening di prevenzione.
Dati eclatanti.
Tra i dati che meritano una riflessione, quelli relativi alla salute sessuale e riproduttiva. È noto che le donne sono più inclini ai controlli ginecologici periodici (il 69% li effettua abitualmente), agli screening per il tumore al seno (66%), ed a chiedere esplicitamente aiuto se hanno problemi. Tra gli uomini, invece, solo il 9% si sottopone a controlli per il tumore ai testicoli, che è il tumore più diffuso nella fascia d’età tra i 15 e i 34 anni. Eppure, se scoperto in fase iniziale, vi è il 99 per cento di guarigione. Dati rilevati dalla Società Italiana di Andrologia avevano già rilevato come solo il 2% di under 20 è già stato dall’andrologo, anche se vi è un 30% che presenta una problematica andrologica che sarebbe di facile risoluzione se affrontata per tempo.
La fascia di età intermedia.
Dall’indagine, per ciò che riguarda la salute maschile in età intermedia, emerge un focus sui controlli prostatici. Circa 4 italiani su 10 di età superiore ai 55 anni (42%) partecipano a screening della prostata. Se il tumore alla prostata è assai diffuso nella popolazione maschile over 50, tanto che rappresenta il 18,5 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo, va evidenziato altresì il dato relativo all’ipertrofia prostatica benigna, che si evidenzia frequentemente ad iniziare proprio nella fascia tra i 50 ed i 60 anni. Tra gli over 55, invece, il 70% circa sostiene che la propria salute psichica è buona o molto buona.
Un indicatore positivo.
Se più o meno il 14% degli italiani adulti non è soddisfatto della qualità del proprio sonno e il 29,5% lo ritiene insufficiente a livello di durata, un 67% di uomini nella fascia di età compresa fra i 18 ed i 34 anni dichiara invece che la qualità del proprio sonno è migliorata. Il sonno è un fattore determinante per una buona qualità di vita, e nello stesso tempo è un sintomo affidabile dell’eventuale esistenza di problemi fisici o psichici. Si tratta quindi di un risultato che può fungere da indicatore positivo per un miglioramento che riguarda la salute maschile in generale.
Gli esami più comuni.
Pare vi siano poche differenze relative all’esecuzione periodica degli esami del sangue: solo un italiano su tre (33%) fa controlli regolari e l’atteggiamento prevalente è quello di curarsi soltanto quando si inizia ad evidenziare qualche disturbo. Attitudine, questa, condivisa da quasi un italiano su due (48%). Per la salute maschile è invece importante lo screening per il tumore del colon-retto, che rappresenta la terza causa di neoplasia negli uomini. Ma vi aderisce solo circa il 30% di loro.
La salute maschile e la scarsa consapevolezza.
Dati precedenti hanno rilevato come la salute sia tra i fattori più importanti fra gli Italiani, con percentuali che toccano anche l’80%. Come si spiega allora questa vasta assenza di attività di prevenzione? Per alcune fasce di popolazione la risposta sta nelle risorse economiche limitate che difficilmente permettono visite ed esami se non quando strettamente necessario. Ma dall’indagine emerge che la mancanza di consapevolezza, la sottovalutazione e la mancanza di tempo giocano un ruolo importante in questa situazione. Infatti, il 16% dichiara di non avere necessità di alcuna attività di prevenzione, mentre un 18% dichiara di non avere il tempo necessario per sottoporsi ai controlli. E circa il 30% sostiene di non essere a conoscenza di quali controlli potrebbe effettuare.
Qualche dubbio.
Situazioni, queste, che unite alla poca inclinazione maschile a discutere i problemi di salute più sopra riportata, mettono a serio rischio la salute maschile. Tanto più, se si pensa che tali atteggiamenti sono diffusi in età giovanile e adulta, quando le attività di prevenzione sarebbero invece più efficaci. Risulta forse difficile credere che, con la capillare diffusione attuale delle informazioni, sia complicato conoscere quali sono almeno le analisi fondamentali da eseguire periodicamente. Così come potrebbe sorgere qualche dubbio sulla asserita mancanza di tempo, in quanto i controlli preventivi richiedono di solito pochi minuti, una volta ogni tanto. L’auspicio è che si possa ridurre la forbice tra l’importanza di adottare misure preventive ed il numero di coloro che realmente vi si sottopone.