Addio al richiamo del vaccino contro l’influenza
In sperimentazione negli Stati Uniti un vaccino universale contro l’influenza, basato sulla tecnica mRNA
Ottime notizie dagli Stati Uniti, dove il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) ha ufficialmente annunciato di avere avviato il processo di sperimentazione di un vaccino universale contro l’influenza a base mRNA.
Influenza stagionale: che cosa è e i suoi sintomi
L’influenza – secondo il Ministero della Salute – è una malattia che colpisce le vie aeree come il naso, la gola e i polmoni. Una malattia che ha il picco di casi (in Italia) tra l’autunno e l’inverno. I suoi sintomi possono includere la febbre alta, tosse e dolori muscolari. Altri sintomi comuni all’influenza:
- Mal di testa
- Brividi
- Inappetenza
- Mal di gola
- Affaticamento
- Nausea
- Vomito
- Diarrea
I tempi di guarigione possono variare da una settimana a dieci giorni ma dipende sempre dai soggetti colpiti. E le categorie più esposte sono le persone oltre i 65 anni di età, bambini piccoli e anche adulti e bambini con patologie croniche.
Il nuovo vaccino universale
La sperimentazione prevede lo studio su 50 volontari di un’età compresa tra i 18 e i 49 anni. E in questa prima fase sarà deciso il dosaggio più efficace del nuovo vaccino e in seguito confrontato con il classico vaccino stagionale quadrivalente. Nella realtà cosa potrebbe significare la creazione di questo vaccino universale contro l’influenza? Ecco quanto ha dichiarato in merito Hugh Auchincloss (capo del Niaid): “Un vaccino universale contro l’influenza sarebbe un importante risultato per la salute pubblica e potrebbe eliminare la necessità dello sviluppo annuale di vaccini contro l’influenza stagionale, sia il bisogno per i pazienti di sottoporsi a un vaccino antinfluenzale ogni anno”.
Il nuovo vaccino universale a base mRNA
Gli studi per il nuovo vaccino universale si basano sulla tecnologia mRNA, utilizzata dai colossi farmaceutici di Moderna e Pfizer per la creazione dei vari vaccini contro la pandemia da Covid-19. La speranza dei ricercatori statunitensi è quella che il vaccino antinfluenzale universale riesca a proteggere da un’ampia varietà di ceppi di virus, fornendo al tempo stesso un’immunità più lunga così da evitare di ricominciare da capo ogni autunno. Gli attuali vaccini riducono il rischio di ospedalizzazione per un 60% quando sono aggiornati con i nuovi ceppi dominanti però per quanto riguarda la copertura, i dati possono variare.
Foto di copertina: BC Y da Pixabay