Anuptafobia: la paura di restare single

Nonostante il nome, “La Sindrome di Bridget Jones” può colpire anche i maschi

Anuptafobia: la paura di restare single

San Valentino, la festa degli innamorati è appena trascorsa con grande sollievo per molti single. E se per molti essere da soli è una scelta di vita personale, per altri questa situazione potrebbe esserlo non per scelta.

Questa situazione (in determinate persone) potrebbe trasformarsi nella patologia chiamata anuptafobia.

Una patologia che comporta uno stato perenne di ansia per la mancanza di una relazione sentimentale e di un partner al proprio fianco. Il significato della patologia anuptafobia è paura (fobia) della mancanza di nozze o di una/un compagna/o (anupta). Di conseguenza una persona che soffre di questa specifica patologia, non riesce a vivere il proprio status di single e il più delle volte, la persona non sa di soffrirne.

Quali sono i sintomi della Anuptafobia?

Sebbene chi soffra di questa patologia, non sa di soffrirne è sempre bene tenere a mente i sintomi più ricorrenti.

  1. Pensare sempre alla propria condizione di single
  2. Depressione
  3. Stati di ansia
  4. Sensi di colpa e di fallimento per la mancanza di un partner
  5. L’ossessione della ricerca di un partner e al tempo stesso, l’accontentarsi di storie temporanee con il solo scopo di avere una persona al proprio fianco
  6. La persona riscontrerà una maggiore difficoltà nel chiudere una relazione sentimentale insoddisfacente
  7. Una persona che soffre di questa patologia all’interno di una coppia diventerà l’anello debole di essa e pur di mantenere in piedi la relazione sentimentale farà di tutto per accontentare il partner

Quando può manifestarsi l’anuptafobia?

Si può presentare in tutte le fasce di età però, secondo gli ultimi studi, tende a colpire maggiormente la fascia di età compresa tra i 30 e i 40 anni.

L’anuptafobia può colpire i maschi?

L’anuptafobia è anche conosciuta come “La Sindrome di Bridget Jones” nome che deriva dalla più iconica donna single nella storia del cinema, interpretata dall’attrice statunitense Renée Kathleen Zellweger. Quindi si può pensare che colpisca solo le donne, invece, anche gli uomini non sono immuni da questa fobia. E secondo recenti studi, si è registrato una maggiore incidenza dell’anptafobia tra i maschi.

Anuptafobia: passiva e attiva

Gli studiosi, nel corso degli anni hanno riscontrato due tipologie di questa patologia. Passiva e attiva.

  • Anuptafobia passiva: la persona che ne soffre, tende a essere pessimista in fatto di trovare un partner. Situazione che causerebbe una forte depressione
  • Anuptafobia attiva: queste persone invece sono sempre alla ricerca di un partner

Esistono cure contro l’anuptafobia?

Diciamo subito che non esiste –ancora- una cura specifica per questa patologia ma come sempre, il primo passo per l’affrontarla è di ammetterne di soffrirne. Il secondo passo è quello di avere la volontà di guarire dall’anuptafobia. E come si può fare? Attraverso un percorso di psicoterapia per andare a fondo per comprendere il lato oscuro del nostro “io” che ha scatenato questa fobia. Infatti, in molti ritengono che chi soffra di questa patologia abbia subito nel passato dei traumi o che abbia ricevuto indicazioni sbagliate in fatto di educazione. Quindi la persona dovrà essere in grado di lavorare su se stesso e sulle sue paure inconsce legate alla vita sentimentale. In maniera tale da trovare l’equilibrio personale perso.

Qualche piccolo consiglio

Prima di tutto è sempre utile sfatare dei miti della vita. Miti e credenze che sono stati imposti e tramandate nel tempo che al giorno d’oggi non hanno nessun valore.

Non è vero, ad esempio che la vita deve avere senso se vissuta in coppia. La nostra felicità e il nostro benessere dipendono da noi e da nessun altro.

Anche il concetto che essere single è un fallimento o una colpa è da cancellare. Anche perché il concetto (in particolare per le donne) di zitella non esiste più, e anche per gli uomini essere single non significa di essere meno virili.

Foto di copertina: ooceey da Pixabay

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