Reflusso gastroesofageo: sintomi, cause e rimedi

Il reflusso gastroesofageo è un’infiammazione dell’esofago e della faringe. Come funziona, sintomi, cause e rimedi. Cosa sapere?

reflusso gastroesofageo

Credits: canva.com

Il reflusso gastroesofageo è un’infiammazione dell’esofago e della faringe. Colpisce uomini e donne e la sua causa principale è il rigurgito che arriva dallo stomaco.

A salire sono i cosiddetti acidi gastrici, che servono allo stomaco per sciogliere il cibo prima che passi dall’intestino. In particolare, si tratta di acido cloridrico, sali biliari e pepsina. I disagi si possono verificare in qualsiasi momento e ci si accorge subito che qualcosa non va per via del bruciore e della difficoltà anche a inghiottire. Quali sono nel dettaglio cause, sintomi, rimedi e cure di questa patologia? Quanti italiani riscontrano questa patologia?

Quali sono i sintomi di reflusso gastroesofageo

I sintomi principali sono bruciore e dolore retrosternale. Poi c’è chi ha anche la tosse – definita tosse stizzosa – e chi, invece, non riscontra questo sintomo. In generale, la patologia colpisce dai 40 anni in su, con un 30% dei cittadini europei sopra i 60 anni stando a uno studio recente. In qualche caso si manifesta anche il rigurgito acido, con conseguente bruciore e vomito.

Cosa provoca un reflusso gastroesofageo

Come per altre parologie, ci sono dei fattori scatenanti che possono favorire l’insorgenza dei sintomi. Ci sono anche altre malattie che possono comportare anche il reflusso. Un esempio è l’ernia localizzata che scivola sopra al diaframma, oppure il più grave Morbo di Parkinson. Anche le altre patologie che riguardano un altro apparato – quello respiratorio – possono portare al reflusso. Si tratta di: bronchite, enfisema, fibrosi polmonare, ecc. Anche l’obesità in età matura può essere un problema, perché porterebbe lo stomaco verso l’alto, avvicinandolo alla zona che poi si infiamma.

Il reflusso colpisce anche le donne soprattutto durante il periodo della gravidanza. Lo stress può essere un altro fattore scatenante da tenere sotto controllo. Infatti, alcuni medicinali antidepressivi o che si occupano del sistema nervoso in genere possono avere tra gli effetti collaterali una maggiore predisposizione a questo tipo di patologia.

Cosa fare per eliminare il reflusso gastroesofageo, le cause

Ci sono dei medicinali che aiutano a contrastare il reflusso gastroesofageo, ma purtroppo sono pochi i rimedi che consentono di eliminarlo del tutto. Qual è il miglior farmaco per il reflusso gastroesofageo? I più utilizzati sono: Omeprazolo, Lansoprazolo, Esomeprazolo e Pantoprazolo. Questi farmaci intervengono direttamente sui livelli di acidi gastrici nello stomaco e questo porta a una riduzione degli acidi che vanno a colpire la faringe e l’esofago. Così è possibile ridurre le infiammazioni e le possibilità di recidiva. In Italia, il costo di alcuni di questi medicinali – detti prazoli – è arrivato a 600 milioni di Euro all’anno, ma negli Stati Uniti si arriva facilmente a decine di miliardi di dollari. Non va meglio nel Regno Unito, dove il 40% degli ultrasessantenni, il 35% dei 40-60enni e il 23% degli adulti giovani usa questi farmaci.

Rimedi naturali

Un rimedio naturale è il Kuzu, che si utilizza in creme di cereali, vellutate di verdura e composte di frutta.

Quando preoccuparsi reflusso

Se i sintomi si presentano più di una volta alla settimana – oppure meno, ma ci sono precedenti in famiglia – è importante chiedere una visita specialistica per saperne di più ed evitare che la patologia si aggravi.

Cosa non mangiare quando si ha il reflusso gastroesofageo

Prima di tutto, dove possibile, è importante perdere un po’ di peso. Poi, è necessario evitare tutti i cosiddetti cibi spazzatura, che vanno ad aumentare l’acidità dello stomaco. Il reflusso è in parte favorito da cibi come caffè, tè, alcolici e bevande gasate, oltre al tabacco. La dieta mediterranea e l’esercizio fisico sono ancora una volta la salvezza, anche nel caso del reflusso gastroesofageo. Se ci si trova a dover mangiare qualcosa del genere, è importante assumerne pochissimo e masticare bene, per evitare che lo stomaco produca troppi acidi gastrici.

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