Sport couture, il nuovo stile per i tifosi

Credits: Kway Official, account ufficiale su Instagram-com
Lo sport couture è la nuova tendenza, considerata dress code per il freetime milanese. I brand che ne hanno approfittato subito sono quelli che per primi hanno pensato a un abbigliamento sportivo e luxury. Lontano dai cori da stadio, ma pratico e ricercato nella scelta dei tessuti e colori: questa è la visione che accomuna i brand capofila in questo stile di successo. Kappa, K-Way, Superga, Sebago, Briko e molti altri hanno fatto dell’essenza il loro punto di forza, investendo direttamente dove altri volgevano lo sguardo altrove.
Sport Couture, l’interesse del mondo sportivo e del mondo influencer: breve storia
La novità non ha lasciato impreparati gli sportivi e gli influencer. I secondi sanno bene come si muovono le tendenze e sono diventati subito testimonial dei marchi della sport couture per lui e per lei. Qualche esempio? Chiara Ferragni sceglie Superga. Seguono a ruota Hailey Bieber e Emily Ratajkowski. Così i brand riescono a conquistare il mercato delle coppie, dove lui e lei vestono lo stesso marchio, mantenendo la propria identità e l’affiatamento nella coppia. Briko, invece, punta sul ricordo, riproponendo lo stesso modello degli occhiali di Alberto Tomba e Marco Pantani, che hanno fatto sognare milioni di italiani appassionati di ciclismo. Ma come nasce questo nuovo stile?

In realtà, il rapporto tra sport e moda nasce negli anni venti del Novecento. Conquista subito il pubblico, desideroso di copiare lo stile dell’eroe del momento. Questo tipo di abbigliamento divenne negli anni una scelta casual, dove lo stile abbraccia la semplicità. Le atlete ai Giochi più importanti non mancano di sfoggiare abiti sportivi di questo o di quello sponsor (come avviene oggi). Il tema arriverà poi in passerella solo negli anni Ottanta, con l’arrivo degli scaldamuscoli nelle sfilate della haute couture. Lo sport che più si avvicina alla moda non è però il calcio maschile, bensì il tennis femminile, con le gonne a pieghe, sdoganate poi per il freetime.
Gli anni Ottanta e Novanta sono anche quelli che vedono esplodere il mondo della moda per sportivi: brand come Adidas, Nike, Puma sono un simbolo ancora oggi. Le griffe agiscono su due fronti: il primo è di collegarsi a sportivi ed esponenti del panorama hip-hop, il secondo è una comunicazione più alla portata di tutti, per rendere ancora di più questi capi di abbigliamento oggetto del desiderio maschile e femminile. È proprio in ambito sportivo che si iniziano a vedere capi di abbigliamento unisex, cioè senza l’esigenza di indicare un genere definito.
Le caratteristiche a un secolo di distanza
Oggi, lo sport couture ha anche un altro valore: la sostenibilità ambientale. L’afterparty del Convivio 2022 organizzato da Armani non lascia dubbi in proposito. Il riutilizzo dei materiali non è un tabù, qualcosa di obbligatorio o legato a una necessità impellente. È un modo per ridisegnare le figure maschile e femminile con una nuova concezione di moda, più attenta all’impatto ambientale, ma con un tocco di classe e di divertimento.
La caratteristica principale resta un’elegante praticità, con tessuti morbidi e avvolgenti, comodi, ma ben lontano dalla sciatteria. I materiali sono di alta qualità, pensati per offrire alta vestibilità e mostrare subito il valore di chi li indossa, soprattutto nelle occasioni di divertimento e negli eventi che contano. Milano non poteva essere che la patria di questa rivoluzione.

Un’altra caratteristica è la collaborazione tra marchi che sembravano distanti anni luce tra loro. Adidas che trova spazio nelle capsule di Gucci, Puma che collabora con il brand Fenty della cantante Rihanna – che ha anche un marchio di cosmesi – e Fila, che fa un po’ di strada insieme a Fendi.