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L’abitudine di indossare abiti uguali: la scienza alla base di questa filosofia

vestirsi sempre uguale

L’abitudine di indossare abiti uguali gode di buona fortuna, presso chi ricopre posizioni di responsabilità. Il motivo di questa monotonia è una precisa necessità condivisa da molti personaggi di successo.

Molte persone di successo hanno un dress code sempre uguale perché tendono a concentrare tutti i propri sforzi nella crescita della propria azienda.

Secondo questi personaggi ogni secondo impiegato nella scelta di come vestirsi la mattina è un secondo perso che poteva essere impiegato in qualcosa di più fruttuoso.

Sono in molti a pensarla così.

Secondo gli esperti le ragioni sono riscontrabili in quattro aspetti. Per Daniel Levitin, professore di neuroscienze presso la McGill University di Montreal, Canada, ogni volta che scegliamo cosa indossare il cervello consuma energia con il rischio che ne rimane meno per le scelte importanti. Nel consumare glucosio, i neuroni non distinguono tra una decisione di poco conto o una importante. Se si consuma energia in eccesso in decisioni di piccolo conto ne rimarrà di meno per le valutazioni complesse, come quelle che comportano molti pro e contro, o quelle che necessitano compromessi.

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Mark Zuckerberg e Steve Jobs

Tra gli esempi più lampanti di questa filosofia troviamo Mark Zuckerberg e Steve Jobs.

Steve Jobs possedeva alcune centinaia di maglie uguali, che portava su jeans blu, rigorosamente senza cintura con scarpe da ginnastica.

Il biografo di Jobs, Walter Isaacson, ha raccontato che la sua idea era quella di fornire un capo aziendale uguale per tutti i dipendenti Apple, ma i lavoratori non hanno mai apprezzato e così si è dovuto accontentare di una divisa personale.

L’idea nacque durante un viaggio in Giappone nei primi anni ’80. Jobs chiese al presidente della Sony Akio Morita come mai tutti nelle fabbriche utilizzassero delle uniformi. Nel corso dei decenni le divise sono poi diventate un modo per legare i lavoratori all’azienda.

Jobs diceva “Questo è quello che indosso. Questi mi bastano per il resto della mia vita!”

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Steve Jobs

E così Jobs con capi di abbigliamento semplici, all’apparenza banali, ha creato il suo stile che è diventato il tratto distintivo addirittura una filosofia in casa Apple oltre che un codice distintivo.

Jobs voleva infatti dedicare tutte le sue fatiche, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo nella sua creatura.

Steve è stato il mentore di tanti imprenditori del mondo tech. Primo fra tutti Mark Zuckerberg.

Il creatore di Facebook ha ammesso che per lui la scelta di cosa indossare la mattina è una perdita di risorse. Zuckerberg ha spesso raccontato di avere l’esigenza di ridurre al minimo le decisioni su questioni frivole e marginali, come l’abbigliamento, per concentrare le proprie energie sulle esigenze della community di utenti di Facebook.

Le sfumature di grigio del suo guardaroba sono note, come è nota la lupetto grigia che indossa e disegnata da Brunello Cucinelli del valore di 400 dollari.

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L’armadio di Mark Zuckerberg

Anche Sergio Marchionne, che era solito indossare un iconico maglioncino con camicia, aveva scelto di ridurre il suo guardaroba ”poiché durante il giorno siamo bombardati da decisioni da prendere, a maggior ragione se si ricopre una posizione di potere, sottoporre al cervello un eccessivo sforzo rischia di togliere risorse alle scelte davvero importanti”.

Anche Matilda Kahl, art director di una famosa agenzia pubblicitaria di New York, ha fatto parlare di sé per aver raccontato di aver indossato per tre anni, ogni giorno, la stessa “divisa da lavoro”: una camicia di seta bianca e un paio di pantaloni neri. Secondo la Kahl, questa accortezza le ha risparmiato un sacco di ore di indecisione davanti all’armadio.

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Matilda Kahl

Liberarsi dalla decisione giornaliera di come vestirti può diventare uno stimolo che ti spinge a scegliere con cura le cose che indossi, a porre attenzione agli acquisti e a definire il tuo brand.

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