Ancora lunghe attese per le auto nuove
Nel corso degli ultimi due anni chi ha acquistato un’auto nuova si è dovuto scontrare con una dura realtà: tempi di consegna interminabili, pochi optional disponibili e prezzi in continuo rialzo.
Ritardi che portano a consegne avanti nel tempo, è il caso ad esempio della Volkswagen T-Roc o Golf dove servono 9 mesi di attesa. Per una Jeep occorre attendere 7 mesi, per una Peugeot 2008 o 3008 8 o 9 mesi. Kia e Dacia consegnano dai 5 ai 10 mesi. Per i marchi di lusso come Audi, Mercedes e Bmw si arriva ad attendere anche un anno.
Diversi i fattori che hanno così messo in difficoltà il settore dell’automotive.
Il conflitto Russia Ucraina incide sulle lunghe attese per le auto nuove
La guerra tra Russia e Ucraina ha messo in crisi la produzione automotive, erano infatti diversi i costruttori sia asiatici sia europei che avevano dislocato la produzione di auto o di componenti nei due Paesi oggetto del conflitto.
Renault, Stellantis, Mercedes, Bmw, Toyota, Kia e Hyundai, tra i principali, avevano infatti stabilimenti in Russia che, dato il conflitto, hanno dovuto cessare o ridurre la produzione. Anche aziende fornitrici di Componentistica che sono fondamentali per la produzione delle auto hanno dovuto interrompere le forniture.
Il conflitto in atto in Ucraina ha avuto anche impatti sui camionisti specializzati nel trasporto su bisarca per le consegne di auto.
Come riferito al corriere.it, il capo di Dacia Italia, Guido Tocci ha affermato: “Una delle ragioni è legata alla nazionalità degli autisti. Più della metà dei trasportatori nel nostro Paese e in Europa sono ucraini e, a causa della guerra, hanno dovuto interrompere la loro attività “.
La mancanza dei chip incide ancora sulle lunghe attese per le auto nuove?
Un altro fattore di forte impatto per le consegne è correlato all’approvvigionamento di alcuni componenti e materiali necessari per la produzione delle auto. In primis i microchip, che sono ancora difficili da reperire sul mercato. La crisi, iniziata con il Covid nel 2020, proseguirà almeno per tutto il 2023.
Inoltre, Russia e Ucraina sono fra i principali produttori di gas neon fondamentale per la creazione dei microchip. Il conflitto, ancora incerto a livello di tempistiche, ha messo ulteriormente in ginocchio le produzioni.
Infatti, un’auto nuova può utilizzare anche qualche migliaio di microchip, e non essendocene una quantità sufficiente sul mercato, questo si traduce in rallentamenti nella catena produttiva’.
I microchip, a bordo di vetture di nuova concezione, è frutto di anni di ricerca e si trovano nei principali dispositivi utilizzati a bordo auto: dai dispositivi ADAS, ai sistemi di infotainment fino al controllo della marcia del veicolo e agli elementi di elettrificazione.
Il problema della logistica e dei trasporti
L’Associazione europea della logistica automotive (Ecg) ha lanciato un grido di allarme: mancano i trasporti per spostare le vetture. L’amministratore delegato di Kia Italia, Giuseppe Bitti spiega, al corriere.it, la situazione sul problema della consegna auto: “Il problema c’è. Il porto di Livorno non riesce a gestire in serie gli sdoganamenti e accumula ulteriore ritardo perché mancano le bisarche per spostare le auto. O meglio, le bisarche ci sono, gli autisti no e i prezzi del servizio sono aumentati del 25-30%. Per portare le auto dalla dogana ai concessionari un tempo ci voleva una settimana, oggi almeno tre.”
Anche il blocco della scorsa primavera del porto di Shanghai, per le conseguenze del Covid, aveva messo in ginocchio i rifornimenti di materie prime e dei veicoli in consegna.
Un 2023 che vedrà i consumatori sempre più rassegnati ad accettare i ritardi di consegna di auto nuove tra incertezze in tema di geopoltica.