10 consigli 10 per comunicare sicurezza con il linguaggio del corpo.
Comunicare sicurezza con il linguaggio del corpo? Con questi 10 consigli pratici si può.
comunicare sicurezza con il linguaggio del corpo. Photocredit: Tumisu da Pixabay
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Mi piace se ti muovi, mi piace quel che muovi: camminare, gesticolare, persino stare fermi comunica di noi meglio e più sinceramente di qualunque parola.
È il momento di riflettere su queste 10 perle di saggezza per comunicare sicurezza con il linguaggio del corpo ed essere interpretato al meglio.
Dimmi come ti muovi e…
Partiamo da un ovvio e banalissimo concetto: non esiste una seconda occasione per dare la prima impressione! Quindi, come possiamo fare perché sia “buona la prima”? Semplice: non mentire, anche perché il tuo corpo non lo fa, proprio non ne è capace. La buona notizia è che impara in fretta, quindi puoi insegnargli a raccontare la tua parte migliore. E’ opinione comune che bastino 21 giorni per acquisire (o perdere) un’abitudine: buona o cattiva, dipende solo da te.
Stabiliamo un contatto!
“E guardami in faccia mentre ti parlo”! Chissà quante volte lo avrai detto oppure te lo sarai sentito rinfacciare! Niente di più facile: impara a fissare la persona che ti sta davanti, senza aggressività ma con determinazione. Bastano un paio di secondi, soprattutto con gli sconosciuti, per chiarire che “io non ho niente da nascondere e non ho paura di te”. Se, invece, stai sostenendo un duello di sguardi, aiutati fissando non gli occhi del tuo interlocutore, ma un punto immaginario all’incrocio delle sue sopracciglia e vedrai che sarà lui il primo a distogliere lo sguardo: ergo, sarai tu ad aver vinto questa prima battaglia. Il problema nascerà quando incontrerai qualcun altro che abbia già letto questo articolo …
Hai le scarpe sporche ?
Alza il mento e mantieni lo sguardo dritto davanti a te: chi cammina guardando in basso, di sicuro non inciamperà mai, ma dichiarerà a chiunque lo incontri: “Fermate il mondo, voglio scendere”! Non è una posizione naturale: istintivamente, siamo orientati a tenere lo sguardo dritto, per misurare lo spazio intorno a noi e percepire eventuali pericoli. Tenere gli occhi bassi – e quindi la testa – implica adottare una postura chiusa, in un estremo tentativo di proteggerti dal resto del mondo. In altre parole, il tuo livello di testosterone si sta pericolosamente abbassando, mentre si eleva quello del cortisolo: ti percepisci debole e l’ansia si impadronisce di te, rendendoti la preda perfetta.
Spalle dritte, petto in fuori e pancia in dentro!
Non avrai fatto il servizio militare ma, questa regola, è proprio lapalissiana, non trovi? Non stai reggendo il mondo sulle tue spalle, quindi alzale e raddrizzale: e se i libri del liceo ti hanno fatto prendere l’abitudine di stare curvo, puoi rimediare con un po’ di fatica, ma ne varrà la pena. Appoggiati al muro di casa, facendovi aderire schiena e spalle e poi scivola piegando le ginocchia, come se fossi seduto su una sedia immaginaria, ma senza che il tuo corpo si stacchi dal muro. Mantieni questa posizione, la prima volta, per 7 secondi e poi, gradualmente, nei giorni successivi, cerca di arrivare a 10. Per quanto tempo? 21 giorni, ovvio!
Dondola leggermente le spalle.
Non aver paura di dondolare leggermente le spalle mentre cammini anzi, al contrario, è un modo di muoversi che racconta di fiducia e sicurezza in te stesso. E se non hai fatto 10 anni di nuoto, fatti aiutare dalle nuove tendenze della moda, che stanno riscoprendo le spalle imbottite nelle giacche tailored: senza esagerare, però, ed in proporzione al resto del tuo corpo, non devi sembrare un giocatore di rugby.
Rilassati e fai pace con il mondo! (E anche con te)
Quando sei in ansia – e non hai una tana dove rifugiarti – tendi a tenere i pugni chiusi e le braccia rigide: un atteggiamento che viene percepito immediatamente da chiunque ti osservi, anche superficialmente. Quindi, al mattino, per alcuni secondi, muoviti per scioglierti un po’ e rilassare i tuoi movimenti. Seppoi riuscirai a lasciare che le tue braccia si muovano naturalmente, come per magia anche le tue mani smetteranno di contrarsi in un pugno e, miracolosamente, chi ti guarda avrà di fronte un uomo sicuro di sé.
Comunicare con i linguaggio del corpo: Mani in alto!
Beh, non proprio in alto ma, di certo, non in tasca. E, soprattutto, non tutte e due. Una, magari, aiuta ad avere una postura più disinvolta ed informale ma due… Intanto sembrerà che tu abbia qualcosa da nascondere e poi, per conseguenza, tenere entrambe le mani in tasca ti costringerà ad incurvare le spalle, con la conseguenza che torniamo al punto numero 3), e tutto ricomincia daccapo…
Ma sai dove stai andando ?
A meno che tu non stia facendo una passeggiata in riva al mare o al giardino botanico, camminare a passi decisi è il modo migliore per proiettare un’immagine sicura di te. Anche qua, il senso della misura è essenziale: niente scatti da centometristi, basta solo che il tuo sia il passo di chi sa dove voglia andare, nella vita come per la strada.
O davanti o a fianco, mai dietro!!
Qui non hai molta scelta: o guidi il gruppo o ne fai parte! E questo dipende unicamente da te. Se conosci la strada e sai come arrivare a destinazione allora la tua posizione è davanti, in testa. Se gli unici rapporti che concepisci sono quelli “alla pari” allora affiancati a chi guida. Se, però, preferisci restare indietro, allora il tuo posto nel mondo è chiarissimo e lo avrai scelto tu.
Inizia con il passo giusto!
Letteralmente: e non è quello corto e frettoloso dei pinguini. E neanche lungo come se dovessi scavalcare una pozzanghera. Quella di camminare facendo passi troppo piccoli o falcate da Watusso è quasi sempre un’abitudine e, così come l’hai assunta, puoi sostituirla con una più adatta al nuovo te! Non si tratta di quanto sei alto, ma della lunghezza dei passi proporzionati al tuo corpo. Passi lunghi e decisi ti annunceranno meglio di uno squillo di tromba!
Piedi dritti e uno davanti all’altro, please!
Quando sei fermo, piedi larghi, troppo vicini o con le punte rivolte verso l’esterno dicono di te: “Ho paura di cadere”, ovvero l’esatto opposto di quello che, quasi di sicuro, vorresti trasmettere. Quando sei fermo, i talloni vanno tenuti leggermente allargati e le punte devono essere dritte. Aiutati reggendo in meno due matite e osservando attentamente se rimangono in posizione retta o se piegano da qualche parte. Quindi correggi il problema assumendo la posizione che le farà restare dritte e ripeti l’esercizio. Quando cammini, poi, fallo come se stessi seguendo una linea immaginaria, i piedi si spostano uno davanti all’altro, sul medesimo tracciato. Per quanto? 21 giorni, of course.
Noi i 10 consigli per comunicare sicurezza con il linguaggio del corpo te li abbiamo dati, ora toccherebbe a te e la chiave sta nella costanza: ricorda, ti bastano 21 giorni per abiturarti ad essere sicuro di te!