Bodypainting: intervista a Lucia Postacchini
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Innanzi tutto chi è Lucia Postacchini? Lucia è una professoressa al Liceo Artistico di Fermo, è un’Artista di fama internazionale specializzata in Bodypainting, è Campionessa di premi nazionali ed internazionali, è un’amica e soprattutto è una Mamma.
Ho deciso di fare un’intervista proprio a lei, perché è una persona che nonostante tutto rimane umile, è aperta ed è stata la mia insegnante, che ho sempre ammirato e che, in qualche modo, mi ha trascinata in questo mondo. La foto rappresenta noi due ad un concorso.
Come hai conosciuto il mondo del Bodypainting e cosa ti ha spinta a praticarlo?
“Il mondo del bodypainting l’ho conosciuto nel 2011, quando ho indetto un concorso di bodypainting a Porto San Giorgio (FM), dove partecipava la scuola insieme allo Studio 13 di Roma. E mi sono detta: chissà se organizzandolo verranno degli artisti, in modo da poter vedere come lavorano, che cos’è questo bodypainting, quindi ho organizzato un concorso (un’ammazzata che non te dico) per poter richiamare bravi artisti e conoscerli: ho conosciuto Giusy Campolungo, ci siamo subito prese in simpatia e io e Giusy abbiamo cominciato a girare l’Europa e il mondo per fare concorsi.
Quindi possiamo dire che il bodypainting ha completamente stravolto la mia vita, che prima era limitata, dato che non mi muovevo dalla zona circostante, anche perché ho avuto tre bambine e per crescerle non mi sono mossa più di tanto, mi sono ritrovata invece a scavalcare confini ed è stato meraviglioso. Penso che il bodypainting mi aspettasse perché ho passato15 anni chiusa in casa per la crescita delle mie figlie e quando è arrivato che ormai le ragazzine erano cresciute, mi sono ripresa artisticamente e come persona, perché avevo anche bisogno di un mio spazio.“
Inizialmente come ti sentivi a toccare dei corpi nudi?
“Mah.. i corpi io non li vedo, vedo una tela, non mi fa nessun effetto, più che altro è una sfida continua perché ogni corpo è diverso e devo adattare il disegno, trovare la posizione perfetta per collocarlo e per dare vita alle figure o ai personaggi che voglio creare.”
In base a cosa scegli i tuoi modelli o modelle?
“Le modelle le scelgo in base al personaggio che voglio creare e in base alle commissioni, invece quando faccio Jam mi va bene qualsiasi modella, l’importante è creare un feeling e che capisca che anche lei è parte dell’opera, che lavora insieme a me, che entrambe creiamo il personaggio. La chimica c’è sempre stata tra artista e modella, ricordiamoci Modigliani. Deve essere una persona professionale che crede in quello che è la body art e che interpreta al meglio il personaggio, si tratta di 6 ore, a volte anche 7. In più il modello o la modella continua a lavorare per altre 2/3 ore durante lo show e nella posa, quindi deve essere un professionista anche lui o lei.“
Che cos’è per te il Bodypainting?
“Il bodypainting è un contenitore che dentro contiene tante soprese. E’ un rimando a dipingere il corpo, come facevano i nostri antichi, anche durante la guerra si dipingevano per sembrare più feroci oppure per mimetizzarsi, e quindi è utile a volte dipingersi, soprattutto se finalizzato. Nell’epoca contemporanea è un momento per praticare arte e passa dal 2D della tela al 3D del corpo umano, e il corpo, come ti ripeto, diventa tela. Sinceramente per l’artista è un momento di arte terapia, perché mentre pratica l’arte, ha un momento di autoanalisi, è la guarigione dei sui problemi a volte psicologici, personali, insomma ci porta in una dimensione altra. Pittura del corpo, è la trasmutazione delle idee dell’artista su qualcosa di concreto, con degli effetti speciali che arrivano cambiare proprio la fisionomia del corpo umano. Poi gli effetti della pittura nelle foto vengono bene, quindi il bodypainting collegato alla fotografia è meraviglioso. Il fotografo aiuta l’artista a rendere al meglio con le luci quello che vuole realizzare. Poi parliamo anche di estetismo, perché se pensiamo al make-up creativo è sempre una forma di bellezza. Ci sono molti bodypainting collegati al fashion che mettono in risalto la bellezza del corpo. E quindi come dicevo il bodypainting è un contenitore da cui tu puoi far uscire tante tante sorprese. Perciò pratichiamolo tutti perché è fantastico.“
Spiegaci un po’ com’è questo mondo, con i suoi pro e i suoi contro
“I contro sono quando vedo gente che non pratica il bodypainting ma una scusa per esporre una donna nuda a sfondo erotico e non sa nemmeno dipingerla creando un brutto lavoro che da un’immagine distorta. O fanno una storpiatura estetica o fanno una storpiatura solo per mantenere l’immagine del corpo nudo, lasciandolo quasi tutto nudo e fanno piccole cose. In America adorano questa tipologia, trasformata in un’arte che si chiama Tape Art, dove coprono una donna nuda integralmente con dei piccoli pezzi di scotch.. ed è molto bello perché alla fine coprono bene, cioè, non è che coprono male hahaha! e.. dipende, dal punto di vista erotico è tutto lasciato un po’ così, può anche piacere. Ma non accetto proprio colui che si mette a fare bodypainting in pubblico e poi non lo sa fare, che prima impari a dipingere e poi lo pratichi o è meglio che prima lo fa a casa o in studio, poi quand’è sicuro di avere l’apprezzamento del pubblico lo può praticare. E poi gli sfregi su un corpo nudo li può fare anche Pollock, però bisogna saperli fare.“
Qual è l’artista che stimi di più nel campo del Bodypainting?
“Alex Hansen sicuramente è l’artista che stimo, anche perché è poliedrico: Alex sa fare di tutto. Sa fare dal bodypainting intero agli accessori, all’aerografo, sa fare tutto, quindi è bravo. Qualsiasi cosa gli chiedi lui lo realizza, personalmente, in maniera ottimale. Poi mi piace molto Matteo, per la sua genialità nel trovare, con il suo 3D, delle soluzioni sempre originali, sue, copyright. Lui non copia niente, è tutto suo, praticamente è un artista di tele e quello che dipinge lo trasporta nel corpo umano e disegni inediti. Poi mi piace anche, parliamo sempre di pittura, ad esempio, Houyam Hajlaoui, un’artista belga, mi piace molto per la sua eleganza e poi Giusy Campolungo, mi piace perché lavora con le sue sfumature fantastiche, realismo, ecc.. e mi piace molto.. ce ne sono tantissimi, tutti i miei amici e altri..“
Qual è l’esperienza che più ti è piaciuta? Quale quella che ti ha dato una spinta per andare avanti? Quale, invece, se c’è stata, quella che ti ha fatto pensare di lasciare tutto? E quale ti ha segnata di più?
“L’esperienza più bella l’ho avuta in America, perché gli americani sono fantastici, non hanno nessun problema a farsi dipingere nudi, anche le persone che non sono modelli professionisti, gente di qualsiasi età, quindi è meraviglioso che una persona non abbia remore sul proprio corpo, e ho visto questa gente, anche 60/70 anni che si spogliava tranquillamente. Hanno un altro concetto di vita, un altro concetto sociale e culturale, cosa che non trovi in Arabia Saudita, che le donne non si spogliano perché non possono. Quindi dipende da civiltà a civiltà come viene apprezzato. È stato bello in Corea perché hanno un grande rispetto per l’artista e quindi ti preparano dei posti bellissimi, ti assistono, sono precisi e attrezzatissimi. Mi è piaciuta molto la Corea da questo punto di vista.
Poi c’è il mondiale in Austria, dove ci sono artisti da tutto il mondo, e trovi gente che vuoi rivedere ed è bellissimo questo Festival. In Italia, invece, ho tanti amici che cercano di organizzare concorsi ma trovano molte difficoltà. A questi va un applauso perché cercano di portare questa disciplina in Italia, di farla accettare. Certo, in questo momento è molto difficile perché c’è crisi, e loro non sono grandi associazioni. Ognuno fa il suo piccolo grande sforzo per poterla diffondere anche nel nostro paese. Lasciare la disciplina non mi è mai venuto in mente! Semmai c’è solo una cosa che mi preoccupa che è l’età che avanza.. il bodypainting che richiede un impegno fisico non indifferente, in cui viaggi, ti muovi, kili di bagagli, 6 ore sempre tesa.. insomma è una disciplina che finché posso, finché reggo la praticherò poi ovviamente scenderò piano piano.
È questo che mi preoccupa, l’avanzare dell’età che mi limiterà. Mi dispiace che l’ho incontrata a metà della mia vita. Tutta la mia esperienza è bella per sé, però una volta ho superato un livello, sono riuscita a fare 110 facce di bambini per un saggio in 6 ore. Quello è stato un record! Una bella esperienza che ho avuto è stata in Olanda, gli organizzatori mi hanno fatto vedere cosa significa davvero organizzare i concorsi. Gli Olandesi si sono messi subito in prima linea per la vendita dei colori, per creare questi colori e quindi poterli usare. Io infatti ho conosciuto la Diamond Fx con Willem Assies e suo padre, che adesso non c’è più, ed è stato fondamentale perché mi hanno detto “Guarda Lucia, noi ti diamo i colori per dipingere” e questo significava che credevano in me. Per un’artista è importante essere riconosciuto da uno sponsor, se vogliamo chiamarlo sponsor, cioè la casa madre.”
Che consigli daresti a chi si vuole approcciare a questa pratica o a chi è agli inizi?
“A chi vuole approcciare questa tecnica, intanto dico che non si finisce mai di imparare, nemmeno quando sarai vecchio, è talmente vasta che non posso dire “fai questo” e già sai farlo. I consigli che posso dare sono: Incontrarsi sempre con chi la pratica anche ad un livello superiore, per migliorarsi sempre di più, quindi concorsi e jam servono per incontrare gli altri, per uno scambio culturale e anche visivo. Come scuole suggerisco sempre un liceo artistico dietro le spalle, che ti aiuta a capire come funziona la scelta dei colori, la tavolozza dei colori, il 3D; ti aiuta tantissimo. Quindi anche un’accademia di trucco, per imparare il make up e tutte le tecniche sul viso, dopodiché un corso di bodypainting che viene fatto saltuariamente, e poi sei completo, insomma hai tutto. Confrontarsi, confrontarsi, confrontarsi, studiare, confrontarsi, leggere.”
Caterina Fagiani (@lecatenoir) • Foto e video di Instagram
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