Aziende al femminile, la Top list di Forbes: viaggio nelle imprese Girl Power.
Imprese pioniere del cambiamento: la Top List di Forbes 2023 dedicata alle aziende al femminile
Donne alla riscossa. Photocredit: Pexels- Pixabay (34495)
Salve signori, forse è arrivato il momento di prendervi una pausa, andare in vacanza o anche solo prendervi un caffè, lungo però, molto lungo…
Già perché, quando tornerete – chi lo sa? – potreste scoprire che la vostra scrivania è stata occupata da vostra moglie e che anche la vostra sta diventando un’azienda al femminile.
La classifica Forbes parla chiaro: il mondo del lavoro si sta lentamente, ma inesorabilmente, colorando di rosa e sfidando il tradizionale status quo. Senza rancore, ragazzi, niente di personale …
Donne alla riscossa: la classifica Forbes del 2023.
Da anni le donne stanno assediando il mondo del lavoro, geneticamente declinato al maschile se non per quelle attività considerate di secondo piano: perfette come receptionist, segretarie, al massimo assistenti … E invece siamo in grado di fare la tecnic-a, l’ingegner-a, la camionist-a e persino la manager, passando per le professioni.
Siamo la maggior parte della popolazione vivente e, certamente, quella che riesce meglio negli studi (niente femminismo, questa è statistica). In più, siamo naturalmente multi-tasking: comunque sia, siamo la forza lavoro più disponibile per quantità e, molto spesso, anche per qualità. E se ne stanno accorgendo anche le imprese, finalmente! Non tutte, certo. I cambiamenti culturali così radicali sono processi lenti e dolorosi, che passano attraverso barricate educative ed emotive ma, di bello, c’è che sono inarrestabili: rallentarli si può – e si fa – ma fermarli proprio no.
Eppure c’è anche tutto un mondo di illuminati, dove anche una donna è in condizione di dare il massimo. E’ ancora un ambientino ristretto e intimo, ma è una buona base di partenza per lavorarci su: sono le aziende al Femminile che Forbes ha riunito in una classifica.
Donne, non importa se siete guerriere da archivio o regine della programmazione: queste imprese stanno facendo la differenza nel mondo professionale femminile. Le statistiche sulla presenza delle donne nel mondo del lavoro sono, a dir poco, sconcertanti e a poco vale che siano analisi condotte sulla platea statunitense; da noi, nella Vecchia Europa, le cose non vanno certo meglio e, insomma, se Atene piange, Sparta certo non si sta sbellicando dalle risate.
Negli Usa, solo il 47% delle donne è attualmente impegnato in una battaglia quotidiana tra presentazioni con PowerPoint e riunioni infinite, mentre gli uomini dominano con il loro sguardo serio da “siamo pronti a discutere i dati finanziari” ( 72%). In fondo a questo lungo, lunghissimo tunnel, comunque si intravede la luce, ragazze!
Lavoro al femminile, la rivoluzione a piccoli passi.
Nicole Kyle, co-fondatrice di Cmp Research e paladina dei diritti delle donne, prova a tranquillizzare un po’ tutte con un briciolo di speranza: secondo le sue analisi, anche se durante la pandemia sono state molte le donne ad aver appeso il computer al chiodo, ora stanno tornando in azione e stanno anche recuperando terreno. Che sia arrivato il momento del Girl Power?
Lavorare, per una donna, è una continua scelta: tra ufficio e famiglia, tra famiglia e sé stesse. E visto che di aiuti da parte di governi ed enti locali, ce ne sono davvero pochini, ecco che l’azienda che arruoli il proprio esercito al femminile deve farsi carico di tutta una serie di problemi collaterali.
Ma gli imprenditori e i manager lungimiranti esistono e sanno perfettamente che una lavoratrice serena è un lavoratrice molto più produttiva: avete presente Luisa Spagnoli con la Perugina? O quel genio marziano di Adriano Olivetti?
Ecco, gente così, insomma, aveva capito da un pezzo cosa faccia la differenza, ed è il welfare aziendale: orari flessibili, programmi di sviluppo personale, congedi familiari, asili aziendali, aree relax per la lavoratrice e per la sua famiglia, ecco dove sta il trucco e, tenetevi forte, funziona anche per i lavoratori maschi.
E volete sapere un’altra cosa? Funziona! Tourn-over ridotto a meno del minimo e produttività alle stelle. Sì, direte voi, ma quanto costa? Tanto, di sicuro! Però bisognerebbe anche chiedersi quanto renda e, chi lo ha fatto, sono le 400 aziende, nel pianeta, che Forbes ha selezionato, anche se non tutte hanno investito con la stessa forza.
Equità di genere e fuga dagli stereotipi
La società di ricerche di mercato Statista ha, quindi, analizzato il mercato e ha realizzato la classifica Forbes che individua le aziende più “rosa” del 2023: sono state intervistate più di 70.000 donne sparse in 37 Paesi diversi e che sono impiegate, a vario titolo, presso multinazionali, bombardandole di domande.
È stato chiesto loro se raccomanderebbero il proprio datore di lavoro a parenti ed amici e come valutino l’azienda per la quale lavorano per equità salariale e discriminazione di genere, approfondendo anche se queste imprese combattano attivamente gli stereotipi di genere. Fantastico, no?!
Imprese Girl Power Style
La top five della classifica è distribuita geograficamente in modo abbastanza equo.
Al primo posto, l’azienda dei sogni è la Maif, colosso francese del settore assicurativo dal 1934! Bisogna proprio riconoscere che qui hanno davvero capito come trattare le donne nel mondo del lavoro: come si dice, “chapeau”! La medaglia d’argento, le donne la conoscono proprio tutte: è la newyorkese The Estée Lauder Companies: dal 1946 producono prodotti di bellezza per donne e non solo, si vede che hanno dimestichezza con l’universo femminile.
Chiude il podio Sap, azienda tedesca che spazia a tutto tondo nel mondo dell’informatica. Al quarto posto, si fissa la statunitense Clorox, amica delle donne dal 1913: del resto, producono detergenti e prodotti per la pulizia degli ambienti … (tanto per parlare di stereotipi). Infine, Marriott International che, da un piccolo albergo nel Maryland (USA), in un centinaio di anni è diventata una gigantesca catena alberghiera per Paperoni o aspiranti tali.
Le Fantastiche Quattro italiane
Non si può dire che le aziende italiane siano tra i primi posti in classifica: del resto – scusate ragazzi – parliamo di uno dei Paesi dove il maschilismo ha sacche di radicamento ancora molto forti: sono soltanto quattro, le imprese tricolore entrate nella classifica Forbes, su un totale di 400.
La più “rosa” è il colosso assicurativo Generali, che si piazza al 22° posto: prima compagnia italiana e terza in Europa per fatturato. Per trovare la seconda azienda al femminile italiana, bisogna scendere fino al 114° posto: Enel, una delle aziende energetiche più grandi al mondo che, però, non pare prendere granché in considerazione l’energia femminile. Però c’è tempo, non disperiamo!
Al 275° posto c’è una delle industrie più dolci del pianeta: la Ferrero! Lì, farsi strada se si è donna pare sia un po’ più complicato ma, come si dice, “basta un poco di zucchero e la pillola va giù”, anche la più amara. Chiude la classifica delle “fantastiche quattro” nazionali Eni, al 293° posto: come dire, non è mai troppo tardi.
Se, comunque, volete dare un’occhiata alla crème de la crème, ecco la top 20 delle aziende al femminile, sempre secondo Forbes, ovviamente: 6° Marks & Spencer (Regno Unito); 7° H&M (Svezia); 8° Intersport (Svizzera); 9° Microsoft (Stati Uniti); 10° Adidas (Germania); 11° Netflix (Stati Uniti); 12° Aviva (Regno Unito); 13° AptarGroup (Stati Uniti); 14° Starbucks (Stati Uniti); 15° L’Oréal (Francia); 16° Sncf (Francia); 17° Unilever (Regno Unito); 18° Capita (Regno Unito); 19° Coca-Cola (Stati Uniti); 20° Td Bank Group (Canada).
Quindi, cari amici uomini, ora potete cominciare a dormire sonni un po’ meno tranquilli, almeno quelli di voi che non sono abituati a mettersi in discussione. Ma, se leggete il nostro magazine, quasi certamente non è un problema vostro …