Il vino risale a 11mila anni fa, secondo una ricerca pubblicata su Science

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Credits: Prof Genius

Non pochi amanti del buon vino almeno una volta nella vita si saranno posti la fatidica domanda sulla sua provenienza, magari dopo averne assaggiato un bicchiere. Una domanda la quale ha naturalmente spinto a dare risposte fondate su semplici ipotesi, mai però fondate su dati di fatto concreti.

A porre un punto fermo, almeno per quanto riguarda le sue origini è ora una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista Science. Proprio nel corso dei lavori in questione, infatti, è stato possibile appurare che il vino risale addirittura a 11mila anni fa.

Andiamo quindi ad esaminare da vicino lo studio, per capire meglio la questione.

Il vino risale addirittura a 11mila anni fa!

La ricerca che ha affrontato il tema relativo alla provenienza del vino è stata condotta dai ricercatori dell’Università agraria cinese dello Yunnan, del Laboratorio statale di genomica agraria di Shenzhen e dell’ Accademia Cinese delle Scienze di Pechino, in collaborazione con quelli dell’Università di Milano-Bicocca, e di quella Mediterranea di Reggio Calabria, con il Centro nazionale per la biodiversità (Nbfc) di Palermo e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

Un gruppo internazionale che ha condotto intense ricerche le quali sono finalmente riuscite a dare una risposta destinata a sorprendere non poco. Se, infatti, le ipotesi che sono state sostenute e ritenute valide sin qui attribuivano la nascita della coltivazione della vite da una sola domesticazione della specie selvatica che sarebbe avvenuta in Asia occidentale, ora sembra che ad esso vada aggiunto un evento analogo nella regione caucasica, ovvero quella che funge da confine tra Asia ed Europa.

Per arrivare a questo risultato è stato necessario ricostruire il DNA del progenitore della vite selvatica, utilizzando oltre 3500 campioni provenienti da ogni parte del globo, i quali non erano mai stati documentati prima dello studio. In tal modo è stato possibile sequenziare il DNA, risalire alla nascita della vite e anche riuscire ad individuare i luoghi in cui tutto ciò ha avuto luogo.

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Credits: Joe Jungmann

Subito dopo l’addomesticamento, i vitigni dell’Asia occidentale si sarebbero dispersi in Europa con i primi agricoltori, per poi seguire il corso delle migrazioni umane e diffondersi in più parti del globo. Una tesi che è stata resa possibile adottando un modus operandi molto diverso da quello che aveva distinto le analisi genetiche condotte sino a questo studio, le quali avevano avuto come base soltanto una piccola varietà di campioni.

Quello che si sapeva in precedenza sul vino

Le ricerche sulla vite selvatica sono già state portate avanti a livello archeologico. In particolare, ciò che si sapeva al proposito grazie alle ricerche condotte in questo particolare ambito, è che la sua apparizione sul nostro pianeta risale addirittura a 60 milioni di anni fa, tanto da spingere ad additarla come una specie tra le più antiche in assoluto. Mentre si limita ad un milione di anni fa la comparsa della vite da vino, nota come “Vitis vinifera”.

Grazie alla tecnica che comporta l’impiego di carbonio 14, è poi stato possibile scoprire che la viticoltura era una pratica già diffusa nel 7000 Avanti Cristo, nella zona della Mezzaluna fertile, ovvero quella che si estende tra la catena montuosa del Caucaso e i Paesi del Nord-Africa, come l’Egitto.
Quella che è considerata la prova più antica della produzione di vino “in serie” e in modo continuativo, è stata reperita in Armenia e può essere collocata, da un punto di vista prettamente temporale, intorno al 4.100 a.C. circa. Si tratta di una cantina per la conservazione che, a detta degli esperti, permette di attribuire agli Armeni non l’invenzione del vino, bensì il definitivo passo in avanti rappresentato dallo sviluppo delle coltivazioni con la conseguente produzione della bevanda come oggi la conosciamo.

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